Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / inter / Editoriale
Conte-Napoli: è finito l’amore. La squadra non lo segue più. Parole che sanno di resa. Inter e Roma in testa: effetto Chivu e Gasp. Italiano, un capolavoro. Juric via, arriva PalladinoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 08:00Editoriale
di Enzo Bucchioni

Conte-Napoli: è finito l’amore. La squadra non lo segue più. Parole che sanno di resa. Inter e Roma in testa: effetto Chivu e Gasp. Italiano, un capolavoro. Juric via, arriva Palladino

Conte sta pensando alle dimissioni? Tutti rispondono no, il Napoli non ha questo timore, ma sono tanti i sospetti dopo le durissime parole dell’allenatore che vanno molto oltre la sconfitta di Bologna, per altro bruciante. La crisi è ufficialmente aperta, defraglata in maniera inattesa, ma che ci fosse un gran malessere all’interno dello spogliatoio dei campioni d’Italia s’era intuito dopo la clamorosa sconfitta contro il Psv, ma anche per le troppe prestazioni lontane dallo standard minimo di calcio che propone l’allenatore. “Non siamo squadra”, ha detto ieri Conte. E questo s’era ampiamente capito. Ma è andato molto oltre facendo pensare alla volontà di mollare tutto. “Non ho voglia di accompagnare un morto”, è la frase forse più forte. Si commenta da sola. Ma, dopo essersi accollato tutte le responsabilità, Conte è andato oltre dicendo cose che andranno bene interpretate: “Non sono convinto di poter cambiare le cose”. Ora si tratta di capire se dietro questa uscita inattesa si possa nascondere un ultimo, disperato tentativo di scuotere i giocatori richiamandoli alle loro reponsabilità e mettendoli di fronte, pubblicamente, a comportamenti che non gli piacciono, o se davvero stia pensando a una “mission impossible” e quindi a una possibile resa se non dovessero cambiare le cose. Certamente il post-scudetto ha portato con sè la facile idea che il Napoli potesse continuare la magia dell’anno scorso e con i nove acquisti estivi diventare addirittura competitiva anche in Europa oltre che in Italia. La realtà è apparsa quasi subito diversa. Tutti abbiamo sopravvalutato la squadra campione. L’impresa è stata straordinaria al punto da non far pensare a nessuno che forse McTominay (tanto per dirne uno) avesse fatto una stagione ingiocabile, che fosse impossibile rimanere a vette così alte di rendimento. E il discorso vale un po’ per tutti. Anche l’effetto pancia-piena dopo lo scudetto sicuramente ha contribuito ad allentare quella tensione emotiva che aveva portato il gruppo ad andare oltre il suo valore tecnico. Conte è un allenatore che pretende molto, che alza sempre l’asticella, chiede voglia, fame, cuore, oltre ad allenamenti molto intensi. La squadra non lo segue come ha fatto l’anno scorso, l’ha detto lui, ma era evidente. Se non c’è più feeling, se l’energia s’è davvero interrotta la situazione potrebbe aggravarsi. Conte, l’ha scritto anche nel suo ultimo libro, ha bisogno di lavorare duro sulla testa dei giocatori, deve sentire di poter portarli tutti a condividere certi concetti che vanno dalla dedizione totale, alla applicazione costante per arrivare a giocare un calcio codificato. Questa operazione non è riuscita, il Napoli non è la macchina dell’anno scorso. Forse alcuni dei vecchi non hanno più la voglia di sacrificarsi e questo ha ostacolato anche l’inserimento dei nuovi. Il Napoli butta acqua sul fuoco. La fiducia di De Laurentiis è ancora totale, si pensa a uno sfogo figlio della ovvia delusione per il risultato, come detto. Nei prossimi giorni ci saranno incontri per analizzare la situazione e capire dove intervenire. Situazione da monitorare, vediamo se tutto rientrerà. Ma ricordiamo che Conte è capace di gesti clamorosi e in carriera ne ha già fatti. Soddisfatti per il loro lavoro, invece, due allenatori come Chivu e Gasperini che passeranno in testa alla classifica la sosta per le nazionali. Per entrambi è una sorta di rivincita sulle critiche e sui dubbi che in estate li hanno accompagnati. Chivu sembrava un ripiego dopo il no di Fabregas all’Inter e invece si sta dimostrando un allenatore pronto, di alto livello, con idee e coraggio. “E’ molto intelligente e moderno”, mi ha detto Marotta poco tempo fa. La sintesi è perfetta. Intelligente nel non cambiare troppo l’Inter come aveva pensato nel mondiale per club, moderno per le modifiche che ha fatto al calcio di Inzaghi, con difesa più alta, aggressione della palla, gioco più veloce e più verticale, meno prevedibile. Ma dalla sua c’è pure un turn over scientifico che valorizza tutta la rosa e ottimizza le energie. Sorprende invece la Roma in vetta. Allora ricordiamo chi pensava a Gasp non adatto per grandi piazze e pronosticava inevitabili difficoltà nella gestione per le pressioni di Roma. Anche Gasp è stato intelligente, non ha imposto subito il suo calcio migliore, ha sistemato prima la difesa, ha fatto punti e poi ha lavorato e lavora di più sui suoi principi. La squadra lo segue e questo non era scontato. Non era scontato neppure che il Bologna potesse migliorare il rendimento dell’anno scorso culminato con la vittoria della coppa Italia. Anzi. E invece, nonostante due cessioni eccellenti Italiano, l’allenatore più bravo dell’ultima generazione, sta andando ancora oltre con un gioco intenso e brillante. Il Bologna è una squadra vera indipendentemente dai giocatori. Altro flop invece per Juric. E qui ha sbagliato l’Atalanta. La società è forte, ma scommettere su un allenatore reduce dalla peggior stagione della sua carriera (via da Roma e retrocessione con il Southampton) è stata presunzione. L’esonero è deciso, Palladino il prescelto per sostituirlo. Sono sicuri? A Firenze ha proposto un calcio molto lontano dall’idea dell’Atalanta. Sullo sfondo Thiago Motta e Mancini.