L'Inter cade ancora nel derby. Per Chivu gli scontri diretti sono un rompicapo
“Ci vuol fortuna perché funzioni e gli ingredienti buoni”. Il derby "si fa così", rossetto e cioccolato, come avrebbe cantato Ornella Vanoni, ricordata ieri sera sui maxi schermi di San Siro con un applauso commosso. L’appuntamento al Meazza ha fatto sorridere il Milan, che con Massimiliano Allegri ha trovato la dolce miscela di sofferenza e pragmatismo. L’Inter invece può solo biasimare sé stessa in una serata passata a sparare a salve, contro un Mike Maignan in serata di grazia. Il portiere rossonero è stato l’acchiappa sogni del diavolo con almeno tre interventi decisivi: balzo felino su Thuram, guizzo su Lautaro Martinez e rigore del pareggio disinnescato nel duello con Hakan Calhanoglu. I rossoneri hanno tremato nel primo tempo e colpito nella ripresa con il tap in di Pulisic, l’americano con il derby nel sangue. “Non vorrei che questa partita lasciasse il segno”, ha detto Cristian Chivu in conferenza stampa, arrendendosi alla semplicità del calcio e delle sue leggi: “Vince chi segna un gol in più. Abbiamo fatto una buona prestazione mantenendo mentalità ed equilibrio, poi però nell'unica ripartenza abbiamo subito gol”. L’Inter di ieri sera non è da psicanalisi ma l’allenatore rumeno dovrà gestire un’altra settimana da psicologo, tra Atletico Madrid e Pisa. La spensieratezza è davvero la chiave per la vittoria? Da domani si vedrà.
Errori individuali pesanti come macigni, le chiavi del derby
Le grandi partite le decidono i grandi giocatori. La verità del derby è tutta qui o quasi, con Mike Maignan protagonista indiscusso, mentre tanti giocatori dell’Inter hanno giocato nettamente sotto al loro livello. Calhanoglu - beccato dalla curva sud per tutta la partita - ha vissuto una serata da incubo, perdendo prima il pallone da cui nasce lo 0-1 e fallendo il rigore del pareggio. Sulla rete di Pulisic anche Sommer e Akanji sono da mettere dietro la lavagna, confermando quanto la squadra non riesca a tenere sempre alto il livello della concentrazione quando la partita lo richiede. La migliore notizia della serata è la condizione di Marcus Thuram che a parte i dieci minuti finali ha mostrato segnali confortanti: “Abbiamo incontrato uno dei migliori portieri del mondo”, ha detto il nove nerazzurro al termine della partita, spostando l’attenzione già al prossimo impegno fra due giorni.
Tabù scontri diretti, già tre sconfitte in stagione
Juventus, Napoli, Milan. E ora incombe la minaccia spagnola dell’Atletico Madrid. Non ha usato giri di parole Cristian Chivu per descrivere il momento dei nerazzurri quando si alza il blasone dell’avversario: “Dobbiamo fare qualcosa in più pensando, forse bisogna capire meglio la percezione del pericolo”. L’Inter, esclusa la vittoria corsara a Roma, ha perso tutti gli scontri diretti stagionali. Un vero tabù che almeno fino ad ora segna la distanza con la vetta della classifica. Si parla di distanze risicate, eppure la sensazione è che nello spogliatoio dell’Inter questo trend stia cominciando a pesare. Un altro compito da risolvere per il dottor Chivu, perchè soprattutto in Champions League la posta in gioco ora si alza sempre di più.
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