Derby Inter-Milan, Roberto Beccantini: "Fort Maignan"
Dai sei derby made in Simone ai sei del Diavolo, tre pareggiati e tre vinti. L’ultimo, nella tana dell’Inter, per 1-0. Se l’idea del corto muso sgomita già dal risultato, figuriamoci dalla trama: Fort Maignan fino alla fine. Il tuffo sull’incornata di Thuram, il palo di Acerbi, i guanti più palo sul destro di Lautaro, il rigorino varista parato e ri-parato all’infallibile Calhanoglu; una sicurezza tale da rendere ogni citofonata in portineria un pretesto per ergersi ad amministratore del condominio. Voto 9. E in materia di penalty, do you remember Dybala? Appunto.
Ecco. Questo è il succo di un’ordalia che ha regalato le cifre alle belve (64% di possesso, 16 tiri a 8 e 5 a 3 nello specchio, 9 angoli a uno) e la ciccia ai domatori. «Solo» quella. Frutto di un contropiede, in avvio di ripresa, animato da Fofana, rifinito da Saelemaekers (Sommer così così) e suggellato da Pulisic, l’Usa e (quasi mai) getta.
Allegri recuperava Tomori e Rabiot. Chivu, lui, era senza Dumfries. Dettagli vanoniani, ok, ma cruciali, visto l’apporto grigio di Carlos Augusto. Immagino il lutto al braccio dei fusignanisti: ma come, noi si fa la partita e loro la portano a casa? E’ la legge del West, Pazienti miei. All’estero non si fa molta strada, in Italia sì. Max ha replicato il blocco basso (ah ah ah) già indigesto alla Roma del Gasp, fiammeggiante e strameritata capolista. Leao centravanti, privo della rampa da cui decollare, è stato un peso. Prima e dopo l’episodio che ha spaccato la notte.
Per Chivu, è la quarta sconfitta: Udinese, Juventus, Napoli, Milan. Tre grandi su quattro. E sempre, o quasi, sprecando e calando. Poco da Martinez, stavolta. E pure dal turco. La rinuncia a Zielinski? Sucic, alla lunga, qualche lumino l’ha acceso. Rimane il tabellino. Questo «atomo opaco del male» sul quale non tramonterà mai la rissa.
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