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Inter, prova che certifica la necessità di cambiare allenatore
«I giocatori erano dispiaciuti perché consapevoli di non aver giocato una buona partita». Poi. «Devi sempre vincere l’ultima, ce lo dicono anche i risultati delle altre squadre». E ancora. «Non siamo stati fortunati, abbiamo sbagliato qualche pallone di troppo». Sono alcuni dei passaggi di Luciano Spalletti nel post Napoli-Inter: 4-1. Si può interpretare un po’ come si vuole, ma che ci sia un pizzico di superficialità non c’è dubbio. L’allenatore dell’Inter, dopo una non prestazione del genere, ancora incerto dell’obiettivo posto a inizio stagione dalla società, sia nel pre che nel post-gara avrebbe dovuto pronunciare ben altre parole. Assumendosi ad esempio le proprie responsabilità, alludendo agli ultimi novanta minuti con preoccupazione e non come se lo scenario fosse il più sereno di sempre, ammettendo di aver assistito a una prova raccapricciante per quello che è lo stato attuale delle cose. Per queste (altre) ragioni Marotta non ha mai avuto alcuna remora in merito alla necessità di virare su un tecnico dall’identikit differente. E questo identikit porta dritti verso Antonio Conte, in totale accordo con i nerazzurri a patto che questi prossima stagione giochino la massima competizione europea. Altrimenti non è difficile che il matrimonio possa sfumare. L’Empoli, che ha appena distrutto il Toro, ha appena un punto di margine sul Genoa (oggi in B). Per questa ragione la squadra di Andreazzoli, abituata peraltro a giocare molto bene a pallone, verrà a San Siro con la bava alla bocca, pronta a fare il colpo grosso. Un anno dopo, insomma, non è cambiato niente. E una cosa è certa: non doveva andare così.
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