
Una Juve sempre più alla francese anche per il futuro
Non c'è un meglio o un peggio, ma un modello il più concreto possibile che possa riportare la Juventus ai vertici del calcio. La grande sfida del direttore generale Comolli è proprio questa: un occhio alla competitività della squadra, dopo anni di appiattimento qualitativo, e l'altro alla sostenibilità che non può essere affatto trascurata, ma neppure essere messa davanti alla necessità di raggiungere obiettivi ambiziosi. D'altronde chi spende poco, o troppo e male, non è mai riuscito a cambiare l'inerzia delle stagioni se non avvicinando la linea del traguardo verso i propri limiti e non il contrario. Definire come obiettivo l'ultimo posto valido per entrare in Europa, insomma, ha di per sé un qualcosa che con il Dna bianconera poco ci azzecca e andrebbe quasi bandito. Per lo scudetto bisogna restare in corsa fino alle battute finali, anche da inseguitrice, ma per tutto il resto bisogna far tornare la Juve almeno la lepre da inseguire.
Modesto – Da pronunciare rigorosamente con l'accento sull'ultima sillaba, alla francese insomma, perché di prodotto transalpino si tratta e proprio per questo ha avuto la meglio sugli altri due nomi in corsa. Francois Modesto è il secondo colpo messo a segno da Comolli. Il primo è stato l'attaccante del Lille David, il secondo il direttore sportivo, ex Monza, raggiunto dall'investitura di modificare parzialmente il suo ruolo pur di andare a rafforzare il tessuto societario bianconero con una figura capace di interfacciarsi tra campo, allenatore, giocatori, medici e club. Poche interferenze col mercato, ma specifiche attenzioni agli aspetti legati alle dinamiche relazionali dentro e fuori lo spogliatoio. Senza trascurare i tempi di recupero e di impiego dei calciatori spesso insabbiati da incomprensibili spiegazioni.
Mercato – I tasselli cominciano ad incastrarsi, ma ancora troppo lentamente. I casi spinosi restano quelli di Vlahovic e Douglas Luiz, ma anche quelli apparentemente più semplici non sembrano di facile soluzione. Weah resta ad un passo dal Marsiglia, Mbangula riflette se avvicinarsi al Werder Brema o al Bologna, Perin ha già le valigie in mano, Milik tentenna per trasferirsi negli Emirati, e tutti e quattro aspettano di vedere formalizzata la chiamata giusta. E la Juve? Tratta a prezzi ribassati l'uscita e cerca di liberarsene entro l'inizio del ritiro (il 24 luglio alla Continassa) per provare a ridisegnare l'assetto tecnico della squadra. Al Psg, dopo la batosta al Mondiale, si chiederà da oggi ufficialmente il rinnovo del prestito di Kolo Muani e al Porto la cessione definitiva, entro il 15 di questo mese, di Conceicao a cifre scontate. Trattative in salita dove i bianconeri partono da posizione di svantaggio. Senza parlare poi di altri tre giocatori almeno (difensore, centrocampista e esterno offensivo) su cui l'algoritmo ha diverse idee, ma il cui destino è legato innanzitutto alle operazioni in uscita. Come sempre, mettere basi solide servirà per non far traballare il progetto.
Senza farsi illusioni, però, in questo primo anno.







