
L'orologio di Comolli fa tik tok ma il mercato non decolla
L'orologio di Comolli scandisce il tempo come tutti gli altri strumenti di misurazione, ma per i tifosi bianconeri è troppo lento se non addirittura in ritardo rispetto ai concorrenti. L'adrenalina fornita dall'arrivo del nuovo direttore generale aveva mandato in avanti le lancette fino a farle scintillare tra loro con l'arrivo del primo colpo di mercato a parametro zero. Un rinforzo, quello di David, condiviso con Tudor, ma praticamente confezionato dal suo predecessore e comunque assolutamente necessario per rilanciare ambizioni e guanti di sfide agli avversari. Il nuovo corso si presentava così, in poco tempo e senza fronzoli, allineato con tutti gli altri sulla linea di partenza del calcio mercato. E poi? L'orologio di Comolli sembra essersi fermato, anzi inceppato, ed è atteso da giorni di grande lavoro per arrivare a conclusione di un accordo annunciato, confermato dalle parti interessate come Porto e Conceicao, ma inspiegabilmente non ancora ufficializzato. Problemi al software che avrebbe dovuto garantire - in un click - utilità, modi e tempi di una trattativa interna e bene o male più semplice di molte altre. Quelle da sì o no con l'aggiunta di una firma (digitale) già incollata al documento.
Nulla di drammatico, ma un sintomo di come l'esperienza e le problematiche frenino la buona volontà in un campo minato come quello delle trattative. La doppia anima di Tudor ha mantenuto fin'ora il basso profilo. Bassissimo quando al suo arrivo sposò la causa senza battere ciglio, convinto di potersi aggrappare all'ultimo posto champions senza vantare alibi o pretese. Nel post del successo di Venezia, i primi sassolini con richieste ben precise per cancellare l'ombra del traghettatore che gli era stata cucita addosso. Fino alle richieste chiare e trasparenti per rendere la rosa competitiva e funzionale al proprio credo calcistico: almeno tre acquisti, se non il doppio vista la necessità di sfoltire la rosa di altrettante unità, esclusi i prestiti rientrati.
Cessioni – La ripresa della stagione è dietro l'angolo anche se Bremer e Milik (?) si metteranno a disposizione già nelle prossime ore. Per giovedì, alla ripresa dei lavori, l'auspicio è di poter condividere sorrisi e non mugugni, puntando nel chiudere (almeno) con le cessioni definitive di Mbangula al Werder Brema (12 milioni), Weah al Marsiglia (16 milioni) e trovare gli accordi definitivi per liberarsi di Arthur e Djalo prima di vederli immortalati, seppur per pochi istanti, nel gruppo squadra della nuova stagione. Anche se poi sarebbero altri quattro a restare in attesa dopo il rientro dai prestiti: Rugani, Miretti, Facundo Gonzalez e Kostic che insieme fanno ballare una trentina di milioni.
Acquisti – Quasi come in una partita a scacchi, a quel punto potrebbero incastrarsi le mosse in entrata. Da Sancho a Conceicao fino ad un esterno d'esperienza per la difesa e qui mi sbilancio sul francese Clauss, vecchio pupillo di Tudor. Un mercato ancora senza il botto, mica come l'orologio di Napoli che ha battuto il tik tok con sei acquisti e quello di Milano con tre. Per i nostri colpi servirà molto probabilmente pazientare e sperare nella conclusione indolore con Vlahovic e Douglas Luiz e poi arrivare a... non lo so, memoria del sistema insufficiente! Ne parliamo lunedì in Cose di Calcio dove sarete voi a far scattare il tic toc dei vostri giudizi. Alle ore 12 non mancare su Rbn.







