La Juventus c'è, Rocchi invece dov'è?
Partiamo prima dalle cose belle: la Juventus piega senza difficoltà l'Udinese e supera gli Ottavi di Coppa Italia senza affanni, centrando la terza vittoria consecutiva tra campionato e coppa nazionale, un evento diventato tristemente insolito dopo anni di successi, record storici e imbattibili. Prendiamolo come un segnale positivo, un qualcosa che viene restituito ai tifosi e alla storia del club, un piccolissimo passo verso ciò che deve rappresentare la normalità per un club come quello bianconero. E, come dicevo commentando il successo contro il Cagliari, ci sono diverse strade per ritrovarsi, una di queste è vincendo, acquisendo sicurezza e ambizione attraverso i successi, è la strada migliore perché allontana gli spettri del recente passato, ti permette di dare un calcio alla paura e guarisce dalla grave forma di pareggite che ha affetto la Juventus da un anno a questa parte. Poi ogni vittoria ha la sua storia: sofferta più del dovuto quella contro il Cagliari; piacevole, netta e per nulla scontata quella contro l'Udinese. Ma bisogna procedere così, un passo alla volta e, soprattutto, un passo avanti alla volta, mai più indietro.
Spalletti tra un sorriso e uno sbuffo, uno schiaffo e una carezza sta provando a risvegliare la Juventus da un lungo sonno. Prima rigenerando Koopmeiners (bravo anche una volta tornato al suo ruolo naturale), poi risvegliando ambizione e consapevolezza (operazione ancora non del tutto completata) fino a cercare di dare forma a quella che per ora è una "parvenza di squadra" citando le sue stesse parole. Se poi cominciano a segnare anche David ed Openda (anche quando gli annullano gol in maniera grottesca), allora la medicina sta funzionando davvero. Ora però arrivano gli esami, quelli veri, a partire da Napoli domenica sera, proseguendo per una gara scivolosa in Champions da vincere assolutamente, per concludere con Bologna e Roma, un percorso complicatissimo da affrontare in un momento di crescita che può regalare qualsiasi epilogo. Serviranno uomini veri, un grande lavoro psicologico e scelte giuste, sia da parte dell'allenatore nella squadra da mandare in campo, sia da parte dei giocatori nelle loro scelte sul terreno di gioco. Nulla può più essere lasciato all'improvvisazione, tutto deve tornare ad essere quanto possibile codificato e organizzato. Serve una squadra riconoscibile a se stessa intanto, per poi tornare ad essere temuta dalle avversarie.
Koopmeiners sembra sulla strada giusta per tornare ad essere il giocatore su cui si è investito tanto, Miretti può essere la piacevole sorpresa fatta in casa, Yildiz è la garanzia di tecnica e leadership tecnica e il centrocampo riesce a funzionare a sorpresa anche senza Thuram e Locatelli e senza dover ricorrere sul mercato. Perché quando un allenatore è bravo a valorizzare tutto ciò che ha a disposizione allora si può tornare a vincere anche senza spendere e rifondare ogni stagione. Peccato per la tenuta fisica di Zhegrova, l'unico, insieme ad Yildiz, capace di accendere la luce ad ogni giocata. Di rapire lo sguardo e far salire adrenalina e battiti del cuore solo a guardarlo; un giocatore capace di far sparire il pallone e farlo comparire lì dove è più giusto che sia. Un campione puro cui manca, purtroppo, il minutaggio. Pensate cosa sarebbe una squadra con Yildiz e Zhegrova al 100% in campo. David e Openda dovrebbero soltanto mettere un piede in area anche con gli occhi chiusi, i gol arriverebbero in maniera automatica.
E veniamo alle note dolenti. Ancora una volta dalla sala Var commettono un attentato al calcio, ancora una volta ne fa le spese la Juventus, ancora una volta nel suo stadio e nella stessa porzione di campo. Un gol (bellissimo) annullato a David da coloro i quali dovrebbero correggere gli errori sul campo e che invece ne commettono di più gravi davanti ai monitor. Per il fuorigioco in particolare basta tracciare una linea (senza curve e nel rispetto della prospettiva) tra l'attaccante e l'ultmo difensore, e invece sono stati capaci di sbagliare difendente, mostrando le immagini dell'allineamento tra David e Bertola, ignorando totalmente la presenza di Palma più in basso. Un errore comico, anzi, grottesco, che in pochi minuti fa il giro del mondo, sbeffeggiato dai telecronisti di tutto il Mondo. Ma alla fine vi racconteranno che anche considerando Palma, David era in fuorigioco. Sarà pure vero, o magari no, dipende dalla prospettiva della linea, ma la domanda è: perché allora nell'immagine mostrata per evidenziare il fuorigioco di David non hanno considerato l'ultimo difendente ma il terzultimo? La risposta si materializza tristemente nella mente sempre più confusa dei tifosi di tutte le squadre che credono sempre meno ad un calcio ucciso da chi lo governa male, senza prendersi le responsabilità e lasciare la poltrona, altro che dalla pirateria.






