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Profumo di una Juve in crescita ma non ancora da scudettoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:02Editoriale
di Antonio Paolino
per Bianconeranews.it

Profumo di una Juve in crescita ma non ancora da scudetto

La Juve chiude il 2025 con l'impennata della media punti. Spalletti meglio di Tudor e Motta ma anche meno partite disputate

Le vittorie nell'ordine di Milan, Napoli e Inter, tutte e tre con un turno da giocare come la Roma, riportano coi piedi per terra coloro che si erano fatti trascinare dai facili entusiasmi - simili a pericolose illusioni – dopo l'impresa comunque “sporca” e “vincente” di Pisa. La Juve c'è, è viva, respira la zona alta della classifica, ma è anche consapevole dei propri limiti. «La corsa è una cosa, lo scudetto un'altra», come dice saggiamente Spalletti anche se con un linguaggio più colorito. E come non dargli ragione, togliendo la componente emotiva tipica dei tifosi.

Passi in avanti - Nei miglioramenti che ci sono stati e che la classifica mostra, Spalletti ha sicuramente i meriti più evidenti anche se non gli unici. Alla società va dato atto dell'aver preso di petto il problema che altrimenti avrebbe trascinato per altre settimane, se non addirittura tenuto nascosto pur di non ammettere l'errore di riconfermare, senza fiducia, mister Tudor. Certo, non l'unico errore, visto che anche il mercato, come il precedente, non ha del tutto convinto per scelte, costi e opportunità. A ruota c'è poi la compattezza del gruppo messo spalle al muro dal richiamo alle responsabilità da parte dell'azionista di riferimento. E così tra alti e bassi, fortuna e impegno, Spalletti è riuscito a dimostrare quanto l'esperienza possa fare la differenza per rimettere ordine nelle teste dei giocatori. Non tutti i difetti sono stati ancora smussati, ma le sette vittorie ottenute nelle ultime otto partite mostrano il cambio di rotta. La controprova esiste perché nel recente passato molti di quei successi non avrebbero superato, nei migliori dei casi, lo sbarramento del risultato di parità. La Juve vince, non può ancora convincere, ma almeno prova a giocare con un altro piglio e senza abbassare troppo baricentro e attenzione. Continua a tratti (lunghi) a sbandare, ma non si perde d'animo e resiste, mischia le posizioni, non cambia tanto per cambiare e tira fuori dal cilindro delle individualità sempre qualcosa di efficace: Yldiz, Conceicao e Zhegrova le “dolci” note del nuovo spartito. Abbastanza evidente però che l'obiettivo stagionale, comunque, non può cambiare. E Spalletti è talmente scafato che non è facile trascinarlo nella trappola. Il quarto posto non può restare il traguardo massimo, ma provare a bruciare le tappe deve essere la condizione non solo per restare al comando anche l'anno prossimo.

Novità - Il ritorno di Bremer ha già aggiunto sostanza per tornare a comandare il gioco da dietro, prima del passaggio definitivo a quattro che darebbe la possibilità di mettere (finalmente) nelle migliori condizioni anche i centrocampisti. Discorso a parte per l'attacco dove le opache prestazioni di David e Openda rimandano qualsiasi tipo di giudizio definitivo. A Pisa si è chiuso il travagliato 2025 bianconero: tre mesi sotto la gestione Motta, il doppio con Tudor e i rimanenti con l'impennata della media punti (2,1) assieme a Spalletti. Qualcosa si muove e nessun “dorma” sugli allori. E un buon 2026 a tutti, da gennaio a dicembre, senza tentennamenti e passi indietro.