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Dai valori di transfermarkt alle penalità per la violazione di una non-norma: ecco tutti gli orrori della Giustizia sportivaTUTTO mercato WEB
mercoledì 1 febbraio 2023, 10:40Editoriale
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

Dai valori di transfermarkt alle penalità per la violazione di una non-norma: ecco tutti gli orrori della Giustizia sportiva

In centoventicinque anni di storia la Juventus ne ha scritti tanti di capitoli, alcuni esaltanti e altri meno. Si è passati da momenti di gloria a periodi di difficoltà, da successi storici ad altri macchiati addirittura di sangue, da cadute rovinose e marce trionfali; da Calciopoli e la retrocessione patteggiata in Serie B al leggendario cammino dal 2011 al 2019 in cui sono arrivati 9 scudetti di fila. Un evento impareggiabile e, forse, irripetibile. I capitoli degli ultimi tre anni, ad onor del vero, non sono stati tra i più esaltanti, ma si sa, è quasi fisiologico che si attraversi qualche anno buio dopo un'età dell'oro. Fisiologico perché umano e l'essere umano resta meraviglioso nella sua stessa imperfezione. E di imperfezioni, in questi giorni, se ne stanno vedendo davvero tante ma quando indossano la toga e dovrebbero indicare la via della giustizia imboccando, invece, la strada di una sorta di persecuzione, allora non si tratta più di imperfezioni accettabili ma di errori dal retrogusto amaro ed apparentemente premeditati.

Prima di andare a raccontare i capitoli inquietanti degli ultimi giorni, andiamo ab origine della quaestio. Scelgo una terminologia volutamente latina così magari i vari principi del foro che, casualmente, potrebbero incrociare i loro severi e altisonanti sguardi su questa rassegna delle ultime malefatte, si sentiranno più a loro agio. Era il 15 aprile del 2022, data ricordata non soltanto per il proscioglimento in primo grado da parte di tutti gli imputati dalla Procura federale sul processo in merito alle plusvalenze, ma viene ricordato anche per i connotati dell'autentica Waterloo che la stessa ebbe per la Procura, e la figuraccia degli inquirenti che ritennero che si potesse dare un valore oggettivo ad un calciatore basandosi sui valori suggeriti dal famoso portale transfermarkt. Peccato che questo sito, importantissimo punto di riferimento per tanti giornalisti e addetti ai lavori, in quanto diventato vero e proprio database mondiale di calciatori e allenatori, venne scambiato come fonte inequivocabile delle famose VdM (Valutazioni di Mercato). Detto che gli avvocati difensori dei club ci misero il tempo di un caffè a smontare le "prove" addotte dalla Procura, la storia diede soltanto visibilità (meritata) ad un certo Matthias Seidel, dirigente pubblicitario tedesco, tifoso accanito del Werder Brema che, non riuscendo a reperire su Internet con facilità notizie sulla sua squadra del cuore, decise di fare da sé costruendo un sito che tenesse conto di ogni dettaglio della rosa del Werder e poi, ingolosito dall'idea, e con l'aiuto di tanti volontari, mise su un sito diventato grande (s)punto di riferimento per giornalisti e addetti ai lavori. Seidel non avrebbe mai pensato di trovarsi, suo malgrado, al centro di un processo ordito dalla Procura federale verso i club italiani, al punto che si sentì costetto ad emettere un comunicato:

"I VdM non vanno equiparati al possibile costo di trasferimento di un giocatore: l‘obiettivo principale è quello di fare una stima del prezzo al netto di alcune importanti variabili, di seguito indicate considerate troppo fluide per essere prese in considerazione nei VdM di Transfermarkt. L’evoluzione del calcio contemporaneo impone a Transfermarkt la diluizione dei tempi di analisi su un preciso arco temporale, al fine di evitare giudizi affrettati e/o approssimativi”.

Procura colpita e affondata, ma non contenta, perché si va in appello e ovviamente non cambiò nulla. Fino alla riapertura del processo del 20 gennaio scorso, stavolta con lente d'ingrandimento puntata sulla Juventus e su chi, ovviamente, ha trattato con il club bianconero (punto fondamentale questo); il tutto aggirando il principio del ne bis in idem perché sarebbero sopraggiunti fatti nuovi. E il 20 gennaio cala la scure: nella mattinata esce l'indiscrezione di 9 punti di penalità per la Juventus che, 3 ore dopo, diventano ufficialmente 15. Senza spiegazione. Si parla di sistema o sistematicità, lo si capirà una volta rese pubbliche le motivazioni, mentre l'attuazione del provvedimento è immediata. Senza possibilità di dibattimento tra le parti, senza possibilità di capire e difendersi, perché, a detta dei principi del foro, "i tempi della giustizia sportiva sono necessariamente più veloci di quella ordinaria". Da restare a bocca aperta, increduli, prima di porsi una serie di domande.

- Cosa ha portato ad individuare una colpa in una colpa non colpa? 
- Visto che le plusvalenze per stessa ammissione della Corte Federale che (da motivazioni pubbliche) precisa che bisogna "prendere atto dell’inesistenza, a livello di ordinamento federale, di criteri normativamente sanciti" rispondendo alla Procura che aveva anticipato che "non si può contestare il modo di procedere perché è solo uno dei metodi ammissibili; lo si può contestare, eventualmente, solo perché quel metodo manca di determinati fondamenti", allora di cosa è incolpata la Juventus?
- Come sono stati conteggiati questi 15 punti che inizialmente dovevano essere 9?
- Aggiungere l'articolo 4 (slealtà sportiva) all'interno di una revocazione di un processo che aveva avuto assoluzione in primo e secondo grado è lecito?
- Ed è lecito contestarlo, emettendo già un giudizio e una pena prima ancora della difesa della parte in causa?
E, soprattutto, perché viene punita soltanto la Juventus e nessuno dei club ad essa coinvolti visto che la plusvalenza o le plusvalenze si fanno in due?

Qui arrivano gli altri aberranti capitoli della storia, i più recenti. I principi del foro si affannano, scivolando da uno specchio all'altro, a dire che siccome il club bianconero ha fatto più plusvalenze delle altre allora è colpevole; poi alludono all'articolo 4 inserito senza un motivo visto che parliamo di un reato che non è reato di una colpa che non è colpa semplicemente perché le plusvalenze non sono normate, e poi, in ultimo rispondono che se la Juventus è stata punita e le altre squadre no è perché evidentemente, visto che ogni squadra risponde alla propria circoscrizione, la Procura di Torino ha trovato degli elementi (14mila) e le altre Procure non ne hanno rilevate (0).

- E come è possibile trovare i documenti che provano le malefatte di un club se in quei documenti non ci sono anche quelli dell'altra parte in causa? La risposta è nelle "intercettazioni" e nel "libro nero di Paratici". 

Fatta la dovuta premessa che sicuramente vanno evidenziati i comportamenti estremamente superficiali nelle comunicazioni da parte dei dirigenti bianconeri, ma da quando un'intercettazione diventa prova e non semplice indizio? Vi diranno da Calciopoli, e vi diranno che quel libro nero portato alla luce da Cherubini in sede di rinnovo contrattuale di Paratici è una specie di autogol della società che indirettamente ammette di aver esagerato in una pratica che, e torniamo al punto iniziale, non è illegale perché non è normata

Ma il gran finale arriva nella serata di ieri, quando il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, candidamente, e come se di tutta questa storia non ne avesse saputo mai nulla, sentenzia: "La Juventus ha sempre rappresentato un modello di economia e valorizzazione degli asset [...] ma ci sono delle norme e vanno applicate in maniera rigorosa”.

Norme fantasma, evidentemente. Visto che sia la Corte Federale che la Procura parlano di "inesistenza di criteri normativamente sanciti", "mancanza di determinati fondamenti". 

Le uniche verità sono due: 1) Le plusvalenze non sono punibili, ma Chinè e la Procura non digerivano la doppia netta sconfitta in primo e secondo appello e si sono inventati la "sistematicità" di un reato che comunque non esiste e quindi non è punibile; 2) Questo non è più il paese de La Legge è uguale per tutti ma è il paese in cui ci sono Procure che lavorano alacremente e vogliono trovare colpevoli anche dove non ci sono colpe, e Procure che chiudono gli occhi o fingono di non vedere con la complicità di istituzioni che stanno danneggiando e uccidendo il sistema calcio.