Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Editoriale
La realtà immaginaria di Gravina e la Juventus che ora non può più star zitta
mercoledì 22 marzo 2023, 21:00Editoriale
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

La realtà immaginaria di Gravina e la Juventus che ora non può più star zitta

A volte sembra che tutto ciò a cui stiamo assistendo sia scritto dagli sceneggiatori di "Scherzi a parte", mi giro aspettando il momento in cui vengano allo scoperto e ci dicano che era ovviamente tutta una burla. Ma temo che non sarà così, è semplicemente una grottesca realtà. Più aumentano i capitoli di una storia cominciata qualche mese fa e più lo scenario è ai limiti del comico, fin troppo scontato per non potersi aspettare un colpo di scena. L'ultimo capitolo, in ordine di tempo, è stato scritto ieri con l'intervista al presidente Gravina nella sede de Il Mattino di Napoli in occasione della gara valida per le qualificazioni ad Euro 2024 contro l'Inghilterra allo stadio Maradona. I contenuti della sua intervista sono un ibrido tra comico e grottesco. 

Cominciano con il primo interessante passaggio sulla vicenda che riguarda il processo alla Juventus, quando Gravina tuona: "Purtroppo ci troviamo ciclicamente ad affrontare momenti di fibrillazione all’interno del sistema che danneggiano l’immagine del nostro calcio". Lo ha detto davvero? Si, esatto, il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, protagonista della seconda mancata qualificazione consecutiva al campionato Mondiale ha avuto il coraggio di dire che le vicende che riguardano la Juventus "danneggiano l'immagine del nostro calcio". Quello stesso presidente che non si è dimesso dalla sua comoda poltrona all'indomani della sconfitta della nostra nazionale contro la Macedonia del Nord, sconfitta che ci ha impedito di andare al Mondiale. Quello stesso presidente federale che, oltre a non prendersi le sue responsabilità, non ha neanche preso la decisione di esonerare il ct Roberto Mancini; gesto che sarebbe stato logico pur ringraziandolo per la vittoria di un Europeo arrivato, però, praticamente vincendo sempre ai calci di rigore. Quello stesso presidente federale che diede la colpa ai club, rei di non aver concesso al cittì di preparare al meglio la squadra (come se le altre nazionali avessero potuto farlo), salvo poi ora fregiarsi della rinascita del calcio italiano per merito di quei club che lui stesso additava come principali responsabili. Quello stesso presidente federale che dall'ottobre 2018 promette cambiamenti che poi non attua mai. Lui parla di vicenda (quella che riguarderebbe la Juventus) che "danneggiano il nostro calcio". E lo fa nel comodo scenario di Napoli. Uno scenario non casuale. E non per la partita della Nazionale.

Ma il pezzo forte arriva poco dopo, quando Gabriele Gravina, con grande coraggio, dice: "La giustizia sportiva sta facendo il suo corso, non spetta a me entrare nel merito del procedimento. L’obiettivo della FIGC è l’aver creato un sistema di regole che consenta di arrivare a un giudizio certo in tempi rapidi, sempre tutelando il diritto alla difesa". E qui ci starebbe bene la sigletta di "Scherzi a parte". Stiamo parlando di quello stesso sistema di regole che ha penalizzato la Juventus di 15 punti a stagione in corso per una norma che non esiste? Di quel giudizio certo quantificato di quindici punti non si sa su quali basi e soprattutto senza che la Juventus possa rispondere? Giudizio arrivato, peraltro, sulla riapertura del processo plusvalenze per il quale erano arrivate già due assoluzioni piene, e riaperto con la scusa dei "nuovi elementi" che in realtà non ci sono per aggirare il "ne bis in idem" e cioè il divieto di processare qualcuno per un reato per il quale è stato già assolto? E stiamo parlando della stessa "tutela al diritto alla difesa" che la Juventus non ha ancora avuto? E che si è dovuta guadagnare chiedendo di fare ricorso al Coni per poi avere soltanto il prossimo 19 aprile la possibilità di dire le proprie ragioni? Per non parlare della famosa "tutela al diritto alla difesa" che il procuratore federale Chinè ha osteggiato vietando alla Juventus di poter accedere al carteggio COVISOC-FIGC, quel carteggio che la Juventus ha ottenuto soltanto dopo essere stata costretta a rivolgersi al TAR (Tribunale Amministrativo) e quindi chiedendo alla Giustizia ordinaria di intervenire. Quel ricorso al TAR sacrosanto per chi vuole avere diritto alla difesa ma impugnato proprio da Gabriele Gravina andato fino al Consiglio di Stato per sentirsi ribadire dalla Giustizia ordinaria che, per quanto autonoma, la Giustizia sportiva non può calpestare i diritti costituzionalmente garantiti

Con quale coraggio si parla di "giudizio certo" e "diritto alla difesa" davanti a fatti che sconfessano pubblicamente questi nobili ma osteggiati aspetti?

Proviamo a raccontarla la verità. Quella malcelata. Illuminante è stata una cena di redazione fatta giovedì scorso, in cui il nostro Andrea Di Lella ci aveva ampiamente anticipato quello che poi si palesa davanti ai nostri occhi. Diciamo che ci sono due super potenze che hanno messo le mani sul mondo del calcio: America e Arabia Saudita. Il terreno di scontro è quello della SuperLega, la neonata competizione europea costituita dalla A22 Sports i cui padri fondatori sono Florentino Perez, Joan Laporta e Andrea Agnelli. Una competizione appoggiata da un importante fondo americano, la JP Morgan con sede a New York, e pronta a garantire importanti capitali per i club fondatori e, in misura minore ma assolutamente sostanziale, a chi ne farà parte. Una boccata d'ossigeno puro per i tanti indebitati club europei schiacciati dal clamoroso divario economico nei confronti dei club inglesi. Questo è il partito degli americani. Poi c'è il partito Arabo, quello che appoggia il presidente Ceferin, che non a caso ha dato la poltrona della presidenza dell'Eca a Nasser Al-Khelaïfi (presidente del PSG), e Infantino presidente della Fifa recente "padrone di casa" del discusso Mondiale in Qatar per il quale è stata aperta un'indagine denominata Qatargate che avrebbe favorito l'assegnazione della massima competizione sportiva europea nel paese arabo andato in scena lo scorso dicembre. Cosa c'entra l'Italia in tutto questo? Semplice. La volontà partita da Ceferin di non far disputare le prossime competizioni europee alla Juventus, rea di non voler sconfessare il suo ex presidente Agnelli credendo ancora nel progetto della SuperLega, ha inasprito i rapporti tra il presidente Gravina e il club bianconero. Logico supporre, senza averne prova certa, che questo accanimento contro la Juventus sia volto a trovare un accordo per minare dall'interno la creazione della nuova competizione europea che toglierebbe prestigio e soldi all'Uefa. A supporto di questa, diciamo, supposizione, ci sono sempre le parole del procuratore federale Chinè che, dopo aver inflitto la penalità alla Juventus, in un'intervista all'Ansa rilasciata il 20 gennaio 2023 sentenziò: "La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee”. Per sfortuna di Chinè, con tutta la penalità, a undici giornate dal termine del campionato con 33 punti a disposizione, la Juventus si trova a - 7 dalla zona Champions, a 6 dalla zona Europa League e a - 4 dalla zona Conference, e ai Quarti dell'Europa League. Logico pensare che qualcuno teme che il piano non stia funzionando.

Letta la sentenza e considerata la memoria difensiva della Juventus, è abbastanza facile pensare che il 19 aprile alla Juventus verranno restituiti i 15 punti, proiettando il club bianconero plausibilmente al secondo posto in classifica. A questo punto la partita nei confronti della Juventus si sposterà sulla manovra stipendi. Quali sono gli scenari? Un'idea, sulla base di alcune cose raccontate ad una cena da alte cariche istituzionali, ce la siamo fatta. Diciamo che sarà determinante la volontà della proprietà Juventus di portare avanti fino in fondo le proprie ragioni, accettando un patteggiamento sulle colpe riconosciute per restare sul palcoscenico della Seria A. In caso contrario, sarebbe pronto, una volta completato l'Iter, e arrivata la sentenza della Corte di Giustizia europea, che in ogni caso non può impedire la nascita di una concorrenziale competizione sportiva, la Juventus si proietterà insieme a Real Madrid, Barcellona (e agli altri club che avranno aderito) nella SuperLega competizione che offrirà garanzie economiche tali ai partecipanti da indurli ad accettare. E così, anche alcuni esponenti dell'istituzione calcistica italiana che detengono, di fatto, le redini del calcio in Italia e che vorrebbero fuori dalla Serie A la Juventus, sarebbero i primi a farsi invitare alla nuova manifestazione lasciando l'attuale Uefa rea di non soddisfare la richiesta maggiore economica da parte dei club partecipanti.

Una situazione che diventa, col passare del tempo, sempre più politica e che potrebbe, davanti ad un muro contro muro, portare la Juventus ad appoggiarsi sempre di più alla Giustizia ordinaria per cercare di azzerrare i vertici istituzionali della FIGC. 

Ultimo aspetto da non sottovalutare dell'intervista rilasciata da Gravina a Il Mattino sulla candidatura agli Europei del 2032: "Rappresenta un’opportunità unica per accelerare il processo di modernizzazione dell’impiantistica di alto livello, che altrimenti resterebbe il nostro tallone d’Achille. La candidatura italiana nasce dalla convinzione che l’organizzazione di una grande manifestazione come il Campionato Europeo possa contribuire a dare una prospettiva di sviluppo al calcio italiano e all’intero Paese". Indovinate chi potrebbe essere determinante per la scelta dell'Italia?

Ne parleremo più avanti....