
Il Presidente Ferrero, la Juventus e la posizione sulla SuperLega
Assemblea degli Azionisti tenutasi oggi, tanti argomenti trattati, ma su uno, in particolare, si deve fare chiarezza. Il Presidente Gianluca Ferrero si è espresso sulla SuperLega e le sue parole sono apparse cristalline ed esplicite, anche se si intuiva, sin dai primordi del nuovo progetto, una situazione palese, ovvero il vincolo contrattuale sottoscritto da tutti i club, nei confronti del nuovo progetto calcistico europeo, non può essere abbandonato definitivamente con un solo comunicato stampa o una pubblica intenzione d’uscita. Per recedere dalla SuperLega vanno rispettati i contratti firmati che impongono il pagamento di una penale salatissima in termini di denaro. Cosa che, ad oggi, nessun club ha effettuato. Le parole del presidente della Juventus sono esplicative e molto dirette, e rimandano tutto al 21 dicembre, data fondamentale in cui il Tribunale di Giustizia Europea si esprimerà sulla posizione della Uefa e gli eventuali risvolti monopolistici della gestione di Ceferin.
Ferrero: "Noi abbiamo espresso le nostre posizioni con dei comunicati stampa. La Juventus è uscita dal progetto SuperLega: era un contratto sottoscritto da un certo numero di squadre. Poco dopo averlo firmato, l’80% uscì da questo contratto, l’Inter non è mai entrata e rimasero soltanto tre squadre. La Juventus ha semplicemente fatto quello che hanno fatto le altre squadre, mandando una richiesta di recessione del contratto. Il 21 dicembre ci sarà la sentenza, e la Juventus prenderà atto delle decisioni della massima Corte Europea e, dopo un attento esame di questa sentenza, vedremo quali saranno poi gli effetti. Li valuteremo assieme a tutti gli altri Player della famiglia del calcio europeo".
Tutto chiaro allora? La Juventus si è comportata come tutti gli altri “club fuoriusciti”, dicendo addio formalmente dalla SuperLega per non incorrere nella tagliola punitiva della Uefa, che avrebbe comminato multe elevate ma soprattutto esclusioni pluriennali dalle coppe europee, cosa questa che la Juventus, ad oggi, non può lontanamente permettersi per motivazioni di prestigio ma soprattutto per fattori economici e di bilancio. La vera resa dei conti avverrà nei pressi del prossimo Natale, il 21 dicembre la sentenza del Tribunale di Giustizia UE, assolutamente inappellabile, potrebbe rivoluzionare il calcio continentale. Se il pronunciamento dovesse propendere in favore della Uefa lo stato attuale del calcio rimarrebbe immutato, contrariamente se la Uefa dovesse avere la peggio, il terremoto derivante sarebbe pressochè immediato e devastante. In questo secondo caso, la sentenza scaturirebbe l'apertura per un'altra competizione internazionale, e la SuperLega potrebbe definitivamente decollare e partire, mentre se la sentenza dovesse premiare le ragioni della Uefa, con tutta probabilità, si assisterebbe al tramonto del progetto di calcio innovativo.
Da qui l’importanza capitale dell’imminente pronunciamento della Corte Ue, insomma: sarà rivoluzione totale o mantenimento dello status quo? Tutto verrà definito il prossimo 21 dicembre, una giornata importantissima che potrebbe segnare indelebilmente un’epoca, inaugurando una nuova era, con un fresco modello sportivo calcistico europeo, pronto a prendere il via. Ecco perché la Juventus, come testimonia il discorso del presidente Ferrero, rimane in attesa della sentenza per poi agire di conseguenza, ne più ne meno rispetto a tutti gli altri “club fuoriusciti”. E se giungesse un verdetto favorevole ad un nuovo torneo come la SuperLega, la Juventus coglierà, senza dubbio alcuno, la nuova idea e l’opportunità per mutare l’asse portante di un calcio attuale, ormai divenuto vecchio, vetusto e anacronistico. La data fondamentale del 21 dicembre sta per arrivare, il conto alla rovescia è già cominciato.







