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tmw / juventus / Editoriale
Douglas Luiz è l'ultimo caso in una Juve da cambiare radicalmenteTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:05Editoriale
di Quintiliano Giampietro
per Bianconeranews.it

Douglas Luiz è l'ultimo caso in una Juve da cambiare radicalmente

Le lamentele di Douglas Luiz per lo scarso impiego, arrivano dopo episodi simili, con protagonisti Conceicao, Motta, il fratello di Koopmeiners e Danilo

Nel momento decisivo della stagione, sul mondo Juve arrivano le parole di Douglas Luiz attraverso i social. “Sei venuto a Torino per mettere post su Instagram o per giocare?”, la frecciata di un follower. Il brasiliano replica con un lungo commento. Sintetizzando, si lamenta per essere stato impiegato poco. Il botta e risposta risale a sei giorni fa, ma era passato inosservato. Accuse rivolte a Motta? Probabile. Comunque sia, sarebbe auspicabile non rispondere alle critiche di un tifoso, anche perché lui è un “dipendente” della società bianconera. Che indirettamente viene tirata in ballo. L'episodio può essere nocivo per il gruppo che invece necessità di serenità in queste ultime quattro gare, decisive per centrare l'obiettivo. Società irritata con il centrocampista, non si esclude una multa.

L'episodio Luiz è solo l'ultimo di altri accaduti in casa Juve, più o meno dello stesso tenore. Lo scorso 7 aprile, sempre attraverso Instagram, era stato criptico Conceicao, all'indomani della sfida contro la Roma, trascorsa interamente in panchina. “Un giorno loro capiranno”, con tanto di foto in bianco e nero. Con Tudor il portoghese è diventato riserva, lecito pensare si riferisse proprio allo scarso impiego. Post poi rimosso. Quarantotto ore prima, l'intervista di Motta al Corriere della Sera, a soli 13 giorni dal suo esonero. “Non ho fallito, il mio lavoro è stato interrotto ad un punto dall'obiettivo. Bugiardo chi parla di spogliatoio contro di me. Ho subito attacchi personali”. Insomma, la frecciatina alla Juve per non avergli dato tempo e alla stampa, rispetto alla scarsa empatia con i giocatori. Thiago poteva evitare di parlare, è stato irrispettoso nei confronti della Juve.

Il 13 marzo il fratello di Koopmeiners (giocatore dell'Az Alkmaar), sulle difficoltà dell'olandese in bianconero, aveva detto: “La gente non sa quello che sta succedendo dietro le quinte. Non è facile”. Non è dato sapere a cosa si riferisse Peer. I vertici del club non hanno gradito queste parole, vitamina invece per i soliti cecchini, pronti a sparare sulle difficoltà (vere o presunte) della Vecchia Signora. Per non dimenticare gli attacchi di Danilo al progetto Giuntoli-Motta, prima di lasciare l'Italia e tornare in Brasile. Questi episodi certificano lo status di debolezza della Juve e la necessità di cambiare radicalmente pagina. Intanto servirebbe una società forte che impedisse ai suoi tesserati di “sparlare”, minando la serenità del gruppo. I panni sporchi si lavano in casa. Poi la scelta di tecnico e giocatori: prima di professionisti bravi in campo, servono uomini. Personalità e senso di appartenenza le parole d'ordine.