Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Primo piano
BERNARDESCHI: "Importante sostenere anche cause lontane da noi. Il calcio è al centro della mia vita, due anni fa quando sono passato alla Juve..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 19 settembre 2019, 17:20Primo piano
di Alessandra Stefanelli
per Tuttojuve.com

BERNARDESCHI: "Importante sostenere anche cause lontane da noi. Il calcio è al centro della mia vita, due anni fa quando sono passato alla Juve..."

Federico Bernardeschi è intervenuto a una tavola rotonda all’Università Bocconi di Milano. All’ateneo milanese è arrivato per parlare del suo progetto che lo vedrà a breve lanciare una fondazione che si impegnerà per portare lo spirito sociale nello sport. “Perché - riporta Forbes - è importante non solo sostenere cause lontane da noi, ma anche avere un impatto nel settore in cui si è leader”.

Bernardeschi ha iniziato a giocare a calcio all’età di otto anni e il sogno non si è mai interrotto. “Ma quel sogno era davvero mio? - si chiede -. Mentre crescevo sentivo addosso gli occhi di tutti coloro che mi stavano attorno e il carico di aspettativa che tutto ciò comportava. A un certo punto ho iniziato addirittura a pensare di essere arrivato a giocare a calcio per fare felici gli altri, per la sensazione di dover dimostrare agli altri il mio valore, più che per realizzare me stesso e il mio sogno”.

È iniziato così un percorso che ha portato Bernardeschi a lavorare non solo su concentrazione e determinazione, ma soprattutto su se stesso: “Un calciatore è un essere umano. Non ci sono soldi, fama o successo che tengano se non si ha consapevolezza di sé e di ciò che si vuole”.
Lungo questo cammino due anni fa, proprio in coincidenza con il trasferimento alla Juventus “mi è successa una cosa che mi ha cambiato la vita”, dice. “Ho intrapreso un percorso Hoffman consigliato da un amico. Questo percorso ha coinciso con l’arrivo alla Juventus. Ed è stato particolarmente utile perché si tratta di una società vincente dove la pressione è importante”. E proprio attorno a questa esperienza ruoterà la fondazione che nella sua fase iniziale, finanziata da Bernardeschi, permetterà a 33 atleti di tutte le categorie e di tutti gli sport di intraprendere altrettanti percorsi di ricerca dei propri obiettivi. Fedele all’idea di base della fondazione: passare dal concetto di donazione a quello di investimento sociale.

Intanto Bernardeschi guarda anche al suo futuro fuori dal campo. “Ora il calcio è il centro della mia vita, non so se mai mi staccherò da questo mondo, anche se ci sarà di sicuro dell’altro. Sto studiando business etico, una tipologia di business capace di creare benessere per tutti quanti. Magari anche nel mondo del calcio”. E post carriera non esclude un salto nella sua grande passione: la moda. “Non mi dispiacerebbe, come ogni ambito che mi permetta di esprimermi in un contesto globale”.