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Interlocutorio a chi? Mischione in avanti, un campionato per 4
Interlocutorio non per questo scontato, anzi. Le tre di testa avevano un turno sulla carta abbordabile, ma la carta sul campo non funziona. E così la classifica si accorcia, il campionato diventa ancora più avvincente e il Napoli si morde le mani, per aver sprecato il doppio vantaggio.
Rimane primo il Napoli, ma con un solo punto. Rimane primo ma ha rischiato seriamente di esserlo a parimerito, se il VAR non avesse colto il fallo prima del gol del 3-2 di Defrel. Il Sassuolo ha trovato coraggio e soprattutto ha trovato due grandi gol. Quello di Scamacca ha riaperto la partita e allora lì il Sassuolo ci ha creduto. E ha approfittato di un calo mentale del Napoli e - chissà - anche dell’uscita di Koulibaly. Fatto sta che la miglior difesa del campionato si è fatta beffare nel 20 minuti finali e ha rischiato di mandare all’aria una partita che era quasi vinta. Il Napoli ora deve dimostrare di sapere reggere non solo la pressione ma anche il peso degli assenti. Non è (solo) una questione di singoli, ma di possibilità di scegliere di cambiare. Di affrontare un periodo davvero difficile - se guardiamo al calendario e alla necessità di passare il turno in Europa League - con le stesse persone non è semplice. Considerato che poi fra due/tre settimane andranno via anche i ragazzi impegnati in coppa d’Africa. E ora bisognerà capire cosa si è fatto Koulibaly, uscito prima come detto. Sarebbe un’altra tegola pesante, visto che il prossimo impegno è contro l’Atalanta.
Rimane primo il Napoli ma deve imparare ora a convivere con la pressione. La pressione delle inseguitrici. Oggi ne ha avuto un piccolo assaggio: giocare dopo l’Inter che ti bracca, contro il Sassuolo che forse è l’avversario più semplice in questo periodo ma che ha appena battuto il Milan, con i rossoneri subito in vantaggio a Genova… E la sfida con l’Atalanta è importantissima. Se l’Atalanta dovesse vincere rientra a pieno titolo… per il titolo… Già lo è ora, figuratevi se nello scontro diretto dovesse accorciare ancora, a prescindere di quello che faranno le milanesi. Ma le milanesi ora sono lì, il Milan c’è sempre stato.
L’Inter è arrivata. Si mangia lo Spezia per mettere pressione alle due che ha davanti. Ci crede - e fa bene - la truppa di Inzaghi. Sta prendendo sempre più confidenza con questo nuovo atteggiamento, più offensivo rispetto alla passata stagione, più sbarazzino. E Inzaghi, pur cambiando gli interpreti, facendo ruotare gli attaccanti, affidandosi a tutti i giocatori in rosa (per scelta e per necessità) riesce a mantenere un’identità precisa e un marchio riconoscibile. Che se volete è anche quello di non approfittare subito di tutte le occasioni che crea: anche ieri è stato un crescendo. E’ come se le lezioni che l’hanno costretta a perdere qualche punto qua e là, fossero state davvero sedimentate, ma allo stesso tempo è necessario approfittarne subito per scongiurare brutte sorprese in futuro. Ma è davvero guardare il dettaglio. L’Inter funziona, gira, corre, si diverte, segna. Non a caso è il miglior attacco della Serie A. Ora la Roma rappresenta l’impegno - in campionato - più importante fino alla fine delle vacanze. E questo calendario, sempre sulla carta, deve essere sfruttato al meglio fino in fondo. Con il lusso di potersi giocare il primo posto nel girone di Champions con la qualificazione già in tasca. Insomma il morale è alto e va mantenuto così.
Poteva subire un contraccolpo il Milan, invece ha piazzato un’importante vittoria su un campo con il senno di poi facile, ma non scontato affatto. Nel segno dei due antipodi di questa rosa, probabilmente. Ibra la star e Messias, l’ultimo arrivato. Se la prende lui la copertina, con un altro colpo di testa e la sua prima doppietta in rossonero. La soddisfazione di vederlo determinante in due partite così delicate deve essere molta, da parte dei dirigenti rossoneri. La sua storia ormai la conosciamo ma rimane da copertina. Scoprire a 30 anni che puoi essere decisivo non solo in Serie A, ma nel Milan secondo in classifica è straordinario. L’unico mancato sorriso riguarda la difesa, che recupera Maignan, ma perde Kjaer e nelle prossime ore capiremo per quanto tempo.
Questo campionato si deciderà sui dettagli. Sulla profondità della rosa. Sugli infortuni, sul calendario. E sarà bello viverlo e raccontarlo. Sarà bello per tutti viverlo.
Rimane primo il Napoli, ma con un solo punto. Rimane primo ma ha rischiato seriamente di esserlo a parimerito, se il VAR non avesse colto il fallo prima del gol del 3-2 di Defrel. Il Sassuolo ha trovato coraggio e soprattutto ha trovato due grandi gol. Quello di Scamacca ha riaperto la partita e allora lì il Sassuolo ci ha creduto. E ha approfittato di un calo mentale del Napoli e - chissà - anche dell’uscita di Koulibaly. Fatto sta che la miglior difesa del campionato si è fatta beffare nel 20 minuti finali e ha rischiato di mandare all’aria una partita che era quasi vinta. Il Napoli ora deve dimostrare di sapere reggere non solo la pressione ma anche il peso degli assenti. Non è (solo) una questione di singoli, ma di possibilità di scegliere di cambiare. Di affrontare un periodo davvero difficile - se guardiamo al calendario e alla necessità di passare il turno in Europa League - con le stesse persone non è semplice. Considerato che poi fra due/tre settimane andranno via anche i ragazzi impegnati in coppa d’Africa. E ora bisognerà capire cosa si è fatto Koulibaly, uscito prima come detto. Sarebbe un’altra tegola pesante, visto che il prossimo impegno è contro l’Atalanta.
Rimane primo il Napoli ma deve imparare ora a convivere con la pressione. La pressione delle inseguitrici. Oggi ne ha avuto un piccolo assaggio: giocare dopo l’Inter che ti bracca, contro il Sassuolo che forse è l’avversario più semplice in questo periodo ma che ha appena battuto il Milan, con i rossoneri subito in vantaggio a Genova… E la sfida con l’Atalanta è importantissima. Se l’Atalanta dovesse vincere rientra a pieno titolo… per il titolo… Già lo è ora, figuratevi se nello scontro diretto dovesse accorciare ancora, a prescindere di quello che faranno le milanesi. Ma le milanesi ora sono lì, il Milan c’è sempre stato.
L’Inter è arrivata. Si mangia lo Spezia per mettere pressione alle due che ha davanti. Ci crede - e fa bene - la truppa di Inzaghi. Sta prendendo sempre più confidenza con questo nuovo atteggiamento, più offensivo rispetto alla passata stagione, più sbarazzino. E Inzaghi, pur cambiando gli interpreti, facendo ruotare gli attaccanti, affidandosi a tutti i giocatori in rosa (per scelta e per necessità) riesce a mantenere un’identità precisa e un marchio riconoscibile. Che se volete è anche quello di non approfittare subito di tutte le occasioni che crea: anche ieri è stato un crescendo. E’ come se le lezioni che l’hanno costretta a perdere qualche punto qua e là, fossero state davvero sedimentate, ma allo stesso tempo è necessario approfittarne subito per scongiurare brutte sorprese in futuro. Ma è davvero guardare il dettaglio. L’Inter funziona, gira, corre, si diverte, segna. Non a caso è il miglior attacco della Serie A. Ora la Roma rappresenta l’impegno - in campionato - più importante fino alla fine delle vacanze. E questo calendario, sempre sulla carta, deve essere sfruttato al meglio fino in fondo. Con il lusso di potersi giocare il primo posto nel girone di Champions con la qualificazione già in tasca. Insomma il morale è alto e va mantenuto così.
Poteva subire un contraccolpo il Milan, invece ha piazzato un’importante vittoria su un campo con il senno di poi facile, ma non scontato affatto. Nel segno dei due antipodi di questa rosa, probabilmente. Ibra la star e Messias, l’ultimo arrivato. Se la prende lui la copertina, con un altro colpo di testa e la sua prima doppietta in rossonero. La soddisfazione di vederlo determinante in due partite così delicate deve essere molta, da parte dei dirigenti rossoneri. La sua storia ormai la conosciamo ma rimane da copertina. Scoprire a 30 anni che puoi essere decisivo non solo in Serie A, ma nel Milan secondo in classifica è straordinario. L’unico mancato sorriso riguarda la difesa, che recupera Maignan, ma perde Kjaer e nelle prossime ore capiremo per quanto tempo.
Questo campionato si deciderà sui dettagli. Sulla profondità della rosa. Sugli infortuni, sul calendario. E sarà bello viverlo e raccontarlo. Sarà bello per tutti viverlo.
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