Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / juventus / Editoriale
Gattuso, Barella, Tonali, Gudmundsson e pure Sinner: una settimana di sciocche sentenze. E viva il Bar Sport, oggi più che maiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Gattuso, Barella, Tonali, Gudmundsson e pure Sinner: una settimana di sciocche sentenze. E viva il Bar Sport, oggi più che mai

Ha chiuso il Bar Sport e non è cosa da poco. Il Bar Sport, quel Bar Sport, è stato simbolo di un’Italia che davvero non c’è più. E se in questo momento state pensando “minchia che due maroni la tiritera su quanto era bello il mondo mille anni fa” avete ragione da vendere, ma è anche vero che ai tempi di quello, “Il Bar Sport”, era meraviglioso pensare che tutto fosse un filo più leggero e divertente. Ciao Stefano Benni. Altre cose piuttosto superficiali, ché qui siamo in regime di Pausa per la Nazionale, laddove le Nazionali sono già tornate in naftalina ma ancora bisogna attendere il rendez-vous del campionato. Che noia, che barba (perdonami amico Stefano, in questo caso Borghi). Volevo dire una cosa su Nicolò Barella, consentitemelo. All’indomani del faticosissimo 4-5 con Israele son fioccate legittime critiche su questo e quel giocatore azzurro e anche su Nicolò Barella. Le critiche hanno diritto di cittadinanza, perché costoro, gli azzurri, hanno giocato alla bersagliera come solo nei migliori oratori, ma fa tristezza dover leggere commenti vergati da pensatori assortiti (alcuni anche dotati di pensiero!) che scrivono cose come “Barella si è imborghesito” e “gioca con supponenza” e “forse è stato sopravvalutato”. Ecco, consentitemelo: chi scrive/dice così lo può fare per due soli motivi. 1) Cerca volontariamente di buttarla in caciara per aumentare il proprio “traffico”. 2) Non ha minimamente compreso di che pasta sia fatto l’uomo e pure il calciatore Barella. E se certe cose non ve le dice la coscienza, fidatevi dei numeri: al netto di qualche partita “difficile” questo signore non ha affatto abbassato il suo rendimento, semmai ha alzato il suo dispendio energetico. Morale: se vi sembra che giochi peggio è perché si assume anche le responsabilità degli altri. E ci fermiamo qui. Volevo dire un’altra cosa su Sandro Tonali, calciatore con i controfiocchi: per me è forte. E un’altra ancora: è forte perché è venuto a capo di una situazione difficilissima fatta di rogne extra-campo che potevano abbatterlo e non ci sono riuscite. E l’ultima: è forte perché, forse, oltre alle doti regalate da mamma e papà gioca in un campionato dove ritmo e mazzate prevalgono sulla tattica e, boh, forse anche quello lo rende attualmente faro indiscusso della nostra Nazionale. E comunque è forte. Volevo dire una cosa su Gattuso, neo Ct. A Debrecen abbiamo fatto una fatica bestiale, probabile che ve ne siate accorti. E la fatica è stata tattica, tecnica, gestionale e così via. Ma c’è stato altro in questa settimana azzurra, si è rivista la passione: quella di chi è sceso in campo, quella della gente a casa (7.852.000 spettatori medi davanti alla tv col 39.8% di share, mica pizza e fichi). E viene facile pensare che il merito sia anche e soprattutto di Ivan Gennaro, selezionatore che ancora deve sistemare tante cose – del resto è appena arrivato – ma che ha già compiuto un mezzo miracolo: ci ha portato dalla sua parte. Se i fallimenti all’Europeo e le mancate qualificazioni al Mondiale ci avevano catapultato dall’altro lato della barricata, quello di chi giudica e rinnega il progetto, ora soffriamo insieme a Ringhio, perché Ringhio non vende fumo e non ha paura di prendersi ogni responsabilità (del resto lo ha sempre fatto). In attesa di mettere ordine sul campo (improvvisamente siamo abbondanti davanti e claudicanti dietro) ci prendiamo questa cosa qui: la capacità di un bravo tecnico (lo è) di far riemergere il senso d’appartenenza. Non è poco. Volevo dire una cosa su Sinner, campione sconfitto da un altro campione. All’indomani del ko con la iena Carlos Alcaraz qua e là si sono lette cose come “Dentro la crisi di Jannik. Ecco come ne può uscire”. Cioè, c’è chi parla di “crisi” per uno che quest’anno ha giocato tutte le finali degli slam (tutte!) e ne ha vinte due. E c’è chi vuole dargli addirittura dei consigli. Ci vuole tanto, tanto, tanto, tantissimo coraggio. Volevo dire l’ultima cosa. Ho partecipato a ben tre infinite e accesissime aste fantacalcistiche e non c’è niente da fare: la serata dell’asta è sempre una serata speciale. E questo anche se avete speso svariati milioni per Gudmundsson e Gudmundsson si è fatto male 3 minuti dopo averlo acchiappato. Che amarezza.