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Totò Schillaci, a un anno dalla morte dell'eroe di Italia '90TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ieri alle 08:22Accadde Oggi...
di Redazione TMW

Totò Schillaci, a un anno dalla morte dell'eroe di Italia '90

Salvatore Schillaci, detto Totò (Palermo, 1º dicembre 1964 – Palermo, 18 settembre 2024)
È stato l’eroe di Italia ’90, il simbolo di quelle ‘Notti Magiche’ rimaste nel cuore e nella memoria di milioni di tifosi azzurri. Il mondo del calcio piange Salvatore ‘Totò’ Schillaci, scomparso prematuramente oggi all’età di 59 anni. Raggiunse l’apice della carriera in occasione del Mondiale del 1990, laureandosi capocannoniere e trascinando l’Italia sino alla semifinale persa ai rigori con l’Argentina. In sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare di tutti i campionati in programma da oggi a tutto il fine settimana. “Le esultanze incontenibili, nelle quali il suo volto era simbolo di gioia condivisa, resteranno per sempre patrimonio comune del calcio italiano – ricorda il presidente della FIGC Gabriele Gravina – Totò è stato un grande calciatore, simbolo tenace di volontà e di riscatto, ha saputo emozionare i tifosi azzurri perché il suo calcio sapeva di passione. E proprio questo spirito indomito lo ha fatto apprezzare da tutti e lo renderà immortale”. La Carriera: Palermitano, classe 1964, Schillaci ha iniziato la sua carriera a Messina, collezionando in sette stagioni 219 presenze e 61 reti e contribuendo alla doppia promozione del club siciliano dalla Serie C2 alla Serie B. Acquistato nel 1989 dalla Juventus, nella sua prima stagione in bianconero realizzò 15 gol, vincendo Coppa Italia e Coppa UEFA e convincendo il Ct Azeglio Vicini a convocarlo per il Mondiale. E a Italia '90 fu lui l’eroe che nessuno si aspettava, partendo dalla panchina e subentrando nel secondo tempo del match d’esordio con l’Austria, quando a dieci minuti dal termine allo Stadio Olimpico di Roma realizzò di testa su cross di Gianluca Vialli la rete della vittoria. E non si fermò più, trascinando a suon di gol l’Italia fino alla semifinale, persa ai rigori con l’Argentina, e laureandosi con 6 reti capocannoniere del torneo. Premiato come miglior giocatore del Mondiale, arrivò secondo nella classifica del Pallone d’Oro alle spalle di Lothar Matthaus. In maglia azzurra ha disputato complessivamente 16 partite realizzando 7 gol. Lasciata la Juventus, disputò due stagioni all’Inter (30 presenze e 11 reti) per poi chiudere la carriera in Giappone, al Jubilo Iwata, diventando il primo calciatore italiano a giocare nel campionato nipponico. Il libro figlia Jessica : Solo io posso scrivere di te. Ricordi di un papà campion Nella Tribuna dello stadio di Torino, l’Avvocato Agnelli, Giampiero Boniperti e i loro illustri vicini seguivano la partita in composto silenzio, ma la loro concentrazione veniva sistematicamente interrotta dal grido proveniente da una poltroncina accanto alla loro: «Totò goool!». La voce era quella di una bambina di quasi due anni che guardava giocare suo padre e lo incitava a ogni azione, anche se il pallone era lontano. In fondo a lei, di quel pallone, non è mai importato nulla. Totò è stato Schillaci per tutti, ma per lei era ed è solo «papà». Con quella stessa voce, genuina, onesta, forte e profonda, Jessica Schillaci ci racconta di quel Totò che nessun altro ha conosciuto come lei, nella sua intimità, nella fragilità e nella paura dei suoi ultimi giorni in ospedale. Totò è stato un calciatore, un uomo e un padre, ma se del campione, delle notti magiche e di quegli occhi spiritati che hanno fatto il giro del mondo sappiamo tutto, dell’uomo e, soprattutto, del padre solo sua figlia può dirci chi era davvero. Perché lei, in quegli occhi, ci è stata e ci ha vissuto. Fino al momento in cui li ha chiusi.: