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De Siervo: "Le curve ostaggio di gruppi criminali, servono riforme come in Inghilterra"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:15Serie A
di Daniel Uccellieri

De Siervo: "Le curve ostaggio di gruppi criminali, servono riforme come in Inghilterra"

Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A, è stato intervistato da Cronache di Spogliatoio: Il calcio è della gente e la gente italiana riesce a dare un sapore particolare al nostro spettacolo, negli stadi, con un tifo sempre estremamente passionale, ma anche durante la settimana. Per i calciatori la domanda forse andrebbe rivolta più a loro. Evidentemente io ho la fortuna di conoscerne anche alcuni che giocano in campionati molto diversi. Spesso fuori all'Italia riescono a vivere meglio, con le proprie famiglie, con un ambito di rispetto diverso. Molto diverso. E questo è più collegato alla passione che è legata a un grande popolo mediterraneo, se vogliamo, da una parte o dall'altra delle nostre coste. Quindi penso alla Spagna, alla Turchia, alla Grecia, a tutto il Nord Africa. Quindi è più legata alle caratteristiche, appunto, delle persone. Credo che questo sia un elemento caratterizzante che non vada perso e che vada probabilmente governato nel senso migliore della parola, cercando di prendere gli aspetti positivi e non quelli negativi. Abbiamo visto tutti cosa è successo allo stadio San Siro nel corso degli ultimi anni, una situazione che noi dichiaravamo e denunciavamo col capo della Polizia negli anni. Le curve sono ostaggio di gruppi criminali che siano riferibili a cosche mafiose o criminali semplici. Abbiamo visto il disastro avvenuto con il lancio della pietra per quanto riguarda il povero autista del pullman di Montecatini. Quello che voglio dire è che purtroppo le curve spesso sono lo specchio un po' di come le forze d'ordine e il Paese gestisce certi gruppi di persone. Avere il coraggio, come questo Paese sta dimostrando di avere, per entrare all'interno, cercare di fare uscire questi elementi è fondamentale. Abbiamo gli strumenti tecnici, il DASPO, ma dobbiamo rimuovere determinate persone pericolose da quel contesto. Perché lì, in quella che è un po' la forma di identificazione delle grandi masse in un contesto fra l'altro emotivo, queste persone assumono un potere esagerato, fanno cose folli, organizzano dei veri e propri business colossali legati a questo gruppo di persone che si muove tutti insieme, come una guerriglia. Io credo che le persone italiane siano persone come diceva il vecchio Adagio: ‘Siamo brava gente’. Credo che dobbiamo fare quello che ha fatto la riforma Taylor in Inghilterra tanti anni fa. Dobbiamo andare a rompere certi meccanismi perché i club non possono essere ricattati da queste curve. I club sono stati ostaggio di questi gruppi perché lo Stato li ha lasciati soli. La Thatcher ha cambiato tutto, ma oggi abbiamo anche un livello di tecnologia sufficiente, con tutte le cautele del caso, nel rispetto delle leggi, con le autorizzazioni del garante della privacy, per inserire tutto in database a disposizione delle forze dell'ordine. Potremmo inserire le immagini dell'evento lasciandole poi a disposizione perché se succede qualcosa quella persona possa essere identificata e successivamente può essere impedito che torni in uno stadio. È un lavoro lungo, ma non è così complicato. Così tu isoleresti già prima ed eviteresti che certi soggetti partecipino agli eventi. Che poi sono quei capi che portano fuori strada quello che è un tifo sano, che tutti ci invidiano, quindi è un lavoro anche lì lungo, complesso e anche impopolare perché evidentemente questa è un'altra parte del lavoro che nessuno fino a oggi nel calcio italiano ha voluto fare"