Spalletti e i capitani, Locatelli e gli allenatori. Alla Juve si ritrovano, tra esclusioni e frecciate
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più. Ora che >Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus, avrà come capitano - a meno di decisioni diverse - Manuel Locatelli. I due si conoscono, e bene, ma l’ultimo incrocio non è dei più felici, per nessuno: nelle scelte del commissario tecnico, il centrocampista ex Milan non è mai stato un perno fisso, anzi. Su tutte, pesa la mancata convocazione per Euro 2024, per commentare la quale Locatelli, campione d’Europa con Mancini nel 2021, scelse i social, con uno sfondo nero e parole amare: “Avrò sempre una visione positiva perché sono consapevole di aver dato tutto”. Nessun attacco diretto, ma insoddisfazione palese. Più di recente, Manuel ha ringraziato pubblicamente il nuovo ct, Gennaro Gattuso, “perché lui mi dà fiducia ed è una persona vera che dice le cose in faccia: credo che questa sia una dote importante per chi fa il selezionatore”. Dichiarazioni che sono suonate ai più come una frecciata diretta al vecchio ct, suo nuovo allenatore nel club, che pure dopo il fallimento europeo lo aveva convocato in Nazionale in più di un’occasione. Ora, però, dovranno lavorare giorno per giorno. E magari risolvere vecchie questioni in sospeso, anche se le loro storie parlano.
Spalletti e i capitani… Questo per esempio, è un rapporto complicato. Nessuno sostiene che il tecnico di Certaldo ce l’abbia con chi indossa la fascia. Tre indizi, però, si avvicinano a una prova: Totti alla Roma, Icardi all’Inter, Insigne al Napoli. Con modalità e motivazioni diverse, in qualche caso (Icardi) indiscutibilmente a ragione, sta di fatto che tutti e tre non hanno certo vissuto i propri momenti migliori, da capitani di Spalletti.
Locatelli e gli allenatori… Non che a Manuel vada molto meglio, anzi. Di recente, il capitano bianconero è finito al centro delle cronache per presunti dissapori con Igor Tudor. Dopo Como, in conferenza stampa, aveva risposto così a chi gli chiedeva se il croato fosse l’uomo giusto per la Juve: “Io non so quale sia il problema, è giusto fare le domande”. In precedenza, a Madrid, era partito dalla panchina, ma prima del Real aveva ricordato via social la sua fascia al braccio. E anche prima di Tudor, con Thiago Motta, il rapporto non era proprio idilliaco. Su tutte, resta nella mente la visione completamente opposta dopo l’eliminazione in Champions con il PSV Eindhoven: “Hanno voluto la qualificazione più di noi”, disse Loca con parole di segno opposto rispetto a quelle che avrebbe poi pronunciato nella medesima serata lo stesso Motta.
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