AEK a Firenze con tanti ex Serie A. Tra i quali il Ds Ribalta: "Siamo ambiziosi"
Javier Ribalta, direttore sportivo con vari trascorsi nel nostro campionato e oggi all'AEK Atene che questa sera affronterà la Fiorentina in Conference League, ha parlato in esclusiva a Tuttomercatoweb.com dal ritiro pre-partita della squadra greca: "Vogliamo fare la nostra parte nella competizione, stasera avremo una sfida complicata, soprattutto per il momento che sta passando la Fiorentina. Loro hanno buoni giocatori, che per una ragione o per l'altra sono partiti male, ma parliamo di una rosa molto forte. Nessuno si poteva aspettare una partenza simile da parte loro, ne parlavo l'altro giorno col direttore Goretti, quanto sia inspiegabile vederli in certe posizioni vista la qualità che hanno".
A Goretti magari ha dato anche qualche consiglio per il futuro?
"Lo stimo molto, si trova in questa situazione e deve affrontarla, non sono nessuno per dargli consigli. Lavorando già alla Fiorentina in precedenza, conosce sicuramente bene il club. Dispiace per un professionista come Pradè, sono cose che possono capitare: fai le cose pensando di far bene, ritrovandoti poi dentro situazioni inattese. Fa parte del calcio. Ora c'è un allenatore come Vanoli che ha fatto molto bene in questi ultimi anni".
Siete stati al Viola Park?
"Ho visto le immagini, tutti mi dicono quanto sia bello. Stamani è stata in visita una delegazione ed erano tutti molto contenti".
Avete attinto abbastanza dal mercato della Serie A, ultimamente.
"Sì, ma è una coincidenza, ci sono capitate delle occasioni. Noi come AEK guardiamo sempre al globale, come strategia: poteva capitare con altri campionati. L'obiettivo dell'AEK è di crescere, trovare una strada tra il dover costruire e vincere, come richiede una piazza ambiziosa come Atene".
Che rapporto ha con mister Nikolic?
"Lo conosco dai tempi della Russia, quando lui era alla Lokomotiv e io allo Zenit, credo proprio che sia l'uomo giusto per il club. Se è vero che aveva già provato a prenderlo a Parma prima di Pecchia? Quando cambi allenatore, devi avere sempre 3-4 nomi pronti e lui era tra uno di quelli valutati, vero. Poi è arrivato Pecchia".
Considerate la Fiorentina tra le rivali più pericolose della Conference?
"In questa competizione sono tra le squadre più forti, credo che l'Europa non vada di pari passo con il campionato, sono sicuramente tra i favoriti. E l'AEK? A noi l'ambizione non manca, ma serve anche il realismo, per fare un passo alla volta. Intanto vediamo di fare un bel risultato questa sera... Non ha senso guardare troppo lontano".
Quanto è importante lo scouting nel suo mestiere? L'andare di persona sui campi?
"Per come vivo io il ruolo, l'aspetto dello scouting e della visione dal vivo è importante. Certo, i dati servono, sarebbe come non avere uno smartphone adesso. Però l'occhio vuole ancora la sua parte. Nel mio mestiere, tra l'altro, non mi piace la personalizzazione: non lavoro da solo, c'è chi lavora assieme a me, che fa quanto o più di me. Casomai cambiano le responsabilità tra un ruolo e l'altro, quello sì, ma è un processo in cui tutti fanno qualcosa".
Perché il calcio italiano fa tanta fatica?
"Non è facile l'analisi. Purtroppo in questi mesi, anni di delusioni, c'è troppa gente che dà la sua opinione. E allora vuoi si faccia questo, quello... Io ho sentito dire al mio amico Gigi Buffon, l'altro giorno, che c'è bisogno di seminare per poi raccogliere. Ed è così. Serve che anche i club lavorino in un certo modo, non solo la Nazionale".
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