Di Canio: "Alla Juve eri attento a tutto, anche al comportamento con gli inservienti"
Intercettato a Milano in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti di Sky Sport, Paolo Di Canio ha ricordato quella che era la Juventus nella quale arrivò nel 1990 e le differenze con la Juve di oggi, dove a detta di molti da qualche tempo si è perduta l'identità che caratterizzava storicamente il club bianconero: "È vero che prima la Juventus aveva una certa identità, ma parlerei anche di statura e appeal nei confronti dei giocatori che arrivavano. Non cera bisogno dell'allenatore, a cascata, dai vertici, certi valori venivano trasmessi fino a noi giocatori.
Arrivavi a piazza Crimea e già da fuori la struttura ti trasmetteva un certo modo di intendere la professione, poi attorno c'erano persone come Morini che era stato un grande giocatore e ricopriva la carica di dirigente, la cui presenza bastava ad inculcare certi valori. Alla Juve eri attento a tutto, anche al comportamento con le altre persone, a partire dagli inservienti in su. L'ambiente ti trasmetteva questo senso del fare, del rispetto, dell'unità e della missione comune", le sue parole da BiancoNeraNews.it.
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