Di Canio: "Spalletti sta ridando identità alla Juve. Servono regole, disciplina e una punta vera"
Intervenuto all’evento Sky Christmas Day - Le Feste dello Sport, svoltosi oggi alla sede di Sky a Milano Rogoredo e in cui è stata presentata la programmazione dell’emittente per le festività natalizie, sono arrivate anche le parole di Paolo Di Canio. Ecco quanto raccolto dai media presenti tra cui l’inviata di Tuttojuve.com:
Sulla stagione della Juventus e su Spalletti: “Le risposte oggi sono positive soprattutto a livello mentale: atteggiamento, testa, attitudine. La squadra è più ordinata, più equilibrata. Manca ancora quella qualità terminale per competere per il primo posto, ma l’ambizione può crescere. Spalletti sa trasmettere valori, a volte è duro, anche rude, ma capisce subito le dinamiche dei giocatori: non solo tecniche e fisiche, anche morali. Questo è fondamentale per lottare almeno per le prime quattro posizioni”.
Di Canio è prudente sulla corsa al vertice: “La Juve oggi non la metto ancora prima. Senza una punta da tanti gol e senza un centrocampo davvero qualitativo nella costruzione iniziale, è difficile. Però sta sistemando la fase difensiva, l’attacco degli spazi, l’equilibrio. Contro il Bologna il piano tattico ha funzionato benissimo, al di là dell’1-0”.
L’identità Juve e il confronto con il passato: “Alla Juve si respirava un’identità fortissima. Quando arrivai io c’erano Boniperti, Trapattoni, erano delle istituzioni: trasmettevano rigore, rispetto, disciplina. Anche i piccoli comportamenti contavano, mi davano del lei. Una volta rientrai a casa alle 22:15 dopo una cena e fui convocato in sede: ‘È troppo tardi’. Questo ti formava, te lo portavi in campo”.
Secondo Di Canio quel senso si è perso nel tempo: “Oggi il calcio è cambiato, in Italia in generale. Si è persa la cultura delle regole. Alla Juve questa disciplina è sopravvissuta per anni grazie ai giocatori, ai leader, poi anche quelli sono andati via. I calciatori di oggi sono professionisti seri, ma non hanno quella durezza nel trasmettere la missione. Adesso ti spingono ad andare a fare delle sfilate il venerdì quando magari il sabato devo giocare. Poi sono andati via quei grandi calciatori e qualcosa si è perso, sono arrivati dei grandissimi professionisti”.
Dirigenza attuale e futuro: “Ho apprezzato la presa di posizione della famiglia Agnelli: è uscito l’orgoglio. Fa ben sperare. Però il percorso di crescita si è allungato troppo. Ora, se hai trovato un allenatore valido come Spalletti, serio, disciplinato, che trasmette valori, devi dargli fiducia. Io lo rinnoverei: darebbe stabilità e un segnale forte allo spogliatoio”.
Mercato e consigli dalla Premier League: "Alla Juve serve un giocatore fisico davanti, uno che faccia reparto. Non puoi vivere solo di inserimenti dei centrocampisti. Dall’Inghilterra suggerisco Jørgen Strand Larsen del Wolverhampton: fisico, fame, giocatore di squadra. Non è un fenomeno, ma fa rendere meglio gli altri. Con 40-45 milioni ci andrei”.
La corsa Scudetto: “L’Inter oggi è davanti a tutti. Il Napoli con Conte resta forte. Milan, Juve e Roma si giocheranno la quarta posizione”.
Serie A vs Premier League: “Il divario con l’Inghilterra è enorme. Lì anche le squadre medio-piccole comprano giocatori che da noi sarebbero titolari. Hanno costruito un sistema, un brand globale. Noi speriamo di tornarci, come negli anni Ottanta”.






