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I danni del Covid sul calcio, l'allarme di Agnelli: "Perdita di 8,5 miliardi di euro"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 27 gennaio 2021, 13:30News
di Leonardo Giovanetti
per Lalaziosiamonoi.it

I danni del Covid sul calcio, l'allarme di Agnelli: "Perdita di 8,5 miliardi di euro"

Le parole del presidente della Juventus e dell'Eca Andrea Agnelli che ha espresso tutta la sua preoccupazione per la situazione.

Il Coronavirus ha stravolto il pianeta non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello economico. Il mondo del calcio si inserisce in quei settori che ne stanno risentendo e Andrea Agnelli, ospite del webinar #eThinkSport2021 organizzato da "News Tank Football", si è detto molto preoccupato per la situazione: "Non siamo ancora nella posizione di capire pienamente cosa sia successo alla nostra industria e cosa la crisi significhi per i club." - ha detto il presidente della Juventus e dell'Eca - "La Deloitte Money League annuncia una perdita di due miliardi di euro per queste due stagioni ma temo sarà di più. Nella scorsa stagione abbiamo avuto solo 3-4 mesi di stadi vuoti, di sconti commerciali, di sconti per le emittenti, mentre quella in corso sarà una stagione intera senza tifosi allo stadio. E per quanto riguarda i diritti tv, in Germania hanno perso il 10% e ci sono a livello internazionale broadcaster che non stanno pagando i loro debiti. Ecco perché penso che questa stagione andrà peggio, riteniamo che la perdita complessiva di questi due anni per la nostra industria sia fra i 6,5 e gli 8,5 miliardi di euro"

I CAMPIONATI MINORI - "Questa analisi vale per i campionati di primo livello, difficile analizzare quanto è successo nei campionati minori, in seconda e terza divisione, nei campionati dilettantistici, a livello di infrastrutture e perdite dei posti di lavoro...Tutto questo dimostra come il calcio stia vivendo un momento molto complicato e ci dice che dobbiamo fare delle riflessioni serie per il futuro della nostra industria. Vogliamo avvicinarci al futuro con una prospettiva nostalgica o progressista? E' nostro dovere pensare al futuro affinché il calcio resti, nei prossimi decenni, lo sport più popolare al mondo - insiste Agnelli - Abbiamo un pubblico molto più segmentato rispetto al passato. La Generazione Z fra meno di cinque anni diventerà il consumatore e dobbiamo chiederci: quello che viene offerto loro in questo momento è quello che vogliono? Dobbiamo fornire loro competizioni entusiasmanti".