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Lazio, Gila avverte il Bayern: "Non è così favorito come sembra"
Dopo una prima parte di stagione seduto in panchina, Mario Gila si è preso il posto da titolare e non sembra avere intenzione di lasciarlo. Fino a questo momento è sembrato il più affidabile dei centrali, anche dal punto di vista fisico. Una bella rivincita per il classe 2000, finito ai margini e diventato protagonista in una stagione non semplice per la Lazio. In una recente intervista ad 'AS', il centrale ha raccontato della sua esperienza in biancoceleste. Tanti i temi trattati con il quotidiano spagnolo: dal rapporto con Sarri alla sfida di ritorno col Bayern Monaco, fino all'obiettivo Nazionale.
LA SCORSA STAGIONE - "L'anno scorso è stato abbastanza difficile. Al Castilla giocavo sempre, ho esordito nella prima squadra del Real Madrid, quindi arrivare e non avere minuti è stato complicato. Ma sono sempre rimasto forte, ho riflettuto e ho lavorato tanto mentalmente in modo che quando fosse arrivato il momento, come è successo in questa stagione, avrei dato il 100%. Ho saputo guadagnarmi quella fiducia e fino ad ora l'ho dimostrato. Sono molto felice, mi stanno dando tante opportunità e con quella fiducia e il lavoro mentale che ho fatto, sono riuscito a sopportare la continuità delle partite, il ritmo, la tensione... È tutto molto positivo in questo momento".
BAYERN MONACO - "È stata una notte davvero speciale. La squadra sapeva che il Bayern non stava vivendo un periodo molto positivo, quindi sapevamo che c'era un'opportunità e che dovevamo fare la nostra partita. Così è stato. Abbiamo resistito nel primo tempo e l'occasione che abbiamo creato si è conclusa con un rigore e abbiamo segnato. Sapevamo di potercela fare, purtroppo sono due partite e ce ne resta un'altra in Germania. Lì sarà molto difficile, dovremo provare a fare ancora la nostra partita. Ritorno? Il Bayern ha una storia grandiosa, è vero, anche se non si diverte in questo periodo. Puoi vederla favorita, ma abbiamo le idee chiare riguardo al nostro gioco, a come dobbiamo giocarlo. Sappiamo che possiamo metterli in difficoltà. Soprattutto se riuscissimo a non prendere gol. Non sono così favoriti come sembrano".
SARRI - "È un allenatore di altissimi livello. Ossessivo e ambizioso, porta il suo metodo ad un altro livello. È un fanatico della linea difensiva, gli sono molto grato per tutto quello che mi ha insegnato. Ed è un po’ superstizioso, anche se nello sport è abbastanza comune. Con lui possiamo fare grandi cose: gli schemi sono esagerati, sì, ma hanno le loro varianti. Non è la quantità, è la qualità. Umanamente ha il suo modo di essere ed è poco comunicativo. Parla in campo, all'inizio per me è stato un po' difficile, ma mi sono adattato subito, sapevo capirlo. Linea difensiva? È unico in questo, unico. Funziona come nessun altro, ve lo assicuro. All'inizio ero un po' perso tra la lingua, movimenti, di qua, di là, l'uscita della palla a seconda del profilo del giocatore... È stato molto, molto difficile per me. Ma quando ti adatti, vedi che la linea scorre da sola, pensiamo tutti allo stesso tempo e ci muoviamo contemporaneamente. È vero che difendiamo in campo aperto e questo può farci soffrire, ma copriamo molto bene gli spazi, misuriamo molto bene i nostri tempi, quindi è difficile per noi soffrire nello spazio. Ha lavorato molto bene, è molto meticoloso, va al dettaglio, al centimetro, al millimetro. Il lavoro che ha svolto in tutti questi anni è da ammirare. Si vede che ha lavorato in banca: numeri, numeri... In campo lavora con le distanze, con i metri, con le velocità. Guarda molto i dati, cosa corri. Alcuni allenatori non gli danno molto peso, ma lui sì. Va molto in profondità nei dettagli".
REAL MADRID E NAZIONALE - "Il possibile ritorno al Real Madrid? Ora non ci penso molto. Devo ancora dimostrare e continuare ad aggiungere esperienza. Naturalmente mi piacerebbe tornarci in futuro, ma non è una cosa che ho in mente. Il mio obiettivo adesso è la Lazio, sicuramente arriveranno cose belle. La Nazionale? Non posso mentire, mi piacerebbe tanto poter giocare con la Spagna, vivere quell'esperienza. Ci penso, ho una grande speranza. L’obiettivo è dimostrare che posso esserci. Se arriverà sarò super felice".
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