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Belotti: "Con Immobile competizione sana, nessuna rivalità. La forza dell'Italia è il gruppo"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 14 giugno 2021, 19:45Euro 2020
di Tommaso Bonan

Belotti: "Con Immobile competizione sana, nessuna rivalità. La forza dell'Italia è il gruppo"

"Immobile? Siamo molto amici, ci conoscevamo prima di venire in nazionale perché abbiamo giocato insieme a Torino. Quando è arrivata la prima convocazione è stato il ragazzo che mi è stato più vicino. Per me è stato un grande aiuto". Parla così l'attaccante dell'Italia Andrea Belotti, al sito della UEFA: "E’ una competizione sana perché anche se giochiamo nello steso ruolo, non c’è una rivalità. Anzi, ognuno cerca di dare consigli all’altro perché è giusto che sia così. Non vince il singolo, ma vince tutto il gruppo e la forza di questa Italia è il gruppo. Anche chi non gioca sa che può essere utile a un compagno. Tante volte parlo con Ciro perché da fuori dal campo magari vedo determinate cose e cerco di dargli dei consigli".

Cosa ti piace di più di Immobile come persona e giocatore? "Come calciatore è una grandissimo attaccante. Fa tantissimi gol, l’anno scorso ha vinto la Scarpa d’Oro. Quindi penso che non servano le mie parole per descriverlo come attaccante, bastano i numeri. Come persona è simpatico, un bonaccione, ci troviamo bene perché siamo molto affini. Ci troviamo in tantissime cose. E’ molto simpatico e divertente".

L’attacco sta andando alla grande con la fantasia di Berardi e Insigne. "Sì è bello perché sai che in ogni azione di una partita può esserci l’occasione di fare gol. Avendo giocatori di qualità come Insigne, Berardi, ma dietro anche Jorginho, Barella, Verratti. Ma anche i vari Chiesa e Bernardeschi. Tutti giocatori tecnici che da un momento all’altro possono inventarsi una giocata. Quando hai dietro questi giocatori con un livello tecnico così elevato, sai che l’occasione per fare gol può arrivare in qualsiasi momento".

Poi non subite gol. Quanto è importante il lavoro degli attaccanti anche in questo senso? "Io penso che nel calcio di oggi, si attacca in undici e si difende in undici. Poi però penso anche che abbiamo i difensori più bravi. Me ne rendo conto quando ci gioco contro in allenamento o quando li affronto in campionato. Sono veramente forti i nostri difensori. Se per tante partite questa Italia non ha preso gol il merito è di tutta la squadra ma soprattutto dei difensori che fanno un gran lavoro e anche perché abbiamo portieri molto forti".


Contro la Turchia sei entrato dalla panchina, ma tutti hanno subito sottolineato come in questa Italia sia il gruppo a fare la differenza, anche i giocatori che non scendono in campo dall’inizio. "C’è un grande senso di appartenenza, sappiamo tutti quanto è importante questa maglia e quanto è importante far bene dopo aver toccato il punto più basso non essendoci qualificati ai Mondiali. Sappiamo che abbiamo dentro di noi un dovere, ma anche tanta voglia di riscatto e questo ci serve per tirare fuori sempre qualcosa in più. Sappiamo che tutti siamo importanti, sia chi gioca dall’inizio e chi subentra perché le partite durano 90 minuti e tutto può succedere.

Tu c’eri in quella famosa serata contro la Svezia. Com’è riuscito Mancini a far rialzare così velocemente l’Italia? "E’ stato bravissimo perché ha dato serenità e fiducia a tutti i giocatori. In quel momento era una cosa che era venuta a mancare. Ha ridato entusiasmo, ha rifatto sentire l’importanza di ogni giocatore dentro al gruppo. E anche quelli che non giocavano si sono sentiti importanti e in dovere di aiutare quelli che giocavano. In questo è stato bravissimo. Poi essendo anche un grande allenatore ci ha dato delle idee di gioco, ci ha messi in campo in un determinato modo in cui ognuno può esaltare le proprio caratteristiche. Con i giocatori di qualità che abbiamo che creano presupposti per far gol anche con una giocata individuale, ti fa proprio divertire quando entri in campo e fai quello che sai fare".

So che siamo solo all’inizio, ma pensi che potrete arrivare fino in fondo? "Ci crediamo perché è un nostro obiettivo. Dopo aver toccato il punto più basso non andando ai Mondiali, l’obiettivo è stato subito quello di cercare di vincere questo Europeo. Sappiamo che ci possiamo arrivare ma dobbiamo comunque rimanere con piedi per terra e lavorare uniti di gruppo con la testa e concentrati verso ogni obiettivo, ogni partita. Solo così possiamo aspirare di giocarci la finale".