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Hellas e Cagliari non si fanno male: 0-0 al Bentegodi, sardi al penultimo posto in classifica
Finisce a reti bianche l'anticipo del Bentegodi tra Hellas Verona e Cagliari. Dopo un primo tempo sostanzialmente avaro di emozioni, è stata la squadra di Tudor a prendere il sopravvento e a produrre le occasioni più nitide. Gli scaligeri salgono a quota venti punti e consolidano la propria posizione nella metà di sinistra della classifica, i sardi staccano invece di un punto il fanalino di coda Salernitana.
Le scelte
Ci si attendeva una rivoluzione in casa Hellas, e invece Tudor ripropone un undici sovrapponibile in quasi tutti gli effettivi a quello schierato a Genova: in attacco Caprari è confermato al fianco di Simeone, con Barak nel ruolo di sarto della trequarti. Mazzarri schiera i suoi a quattro in difesa: Ceppitelli e Carboni schermano la porta dell'ex Radunovic, Nandez torna a fare il mediano e Keita duetta con Joao Pedro.
Primo tempo molto tattico
L'intenzione del Verona è chiara sin dai primi istanti: saltare addosso all'avversario, metterlo alle corde, sfruttando il fattore ambientale del Bentegodi che, malgrado le temperature rigide, è ancora una volta molto caldo. Simeone non arriva per un soffio su un cross arcuato di Faraoni, Joao Pedro e Keita provano a solleticare Montipò con due conclusioni di scarso rilievo. Nel complesso la prima frazione viaggia su ritmi sin troppo contenuti, che giovano poco allo spettacolo.
Occasionissima Simeone
Nella ripresa la garra uruguagia di Nandez entra in rotta di collisione con quella di Simeone: i due si beccano, il Cholito travolge l'ex compagno con un tackle poco generoso che fa detonare una zuffa subito sedata dall'arbitro Marcenaro con una carrellata di gialli. La folata di agonismo produce l'occasione più ghiotta sino a quel momento per l'Hellas: Faraoni rifinisce di tacco su invito di Barak e manda in fuga Simeone, che solo davanti a Radunovic spreca l'uno a zero.
Dominio Hellas
Il finale è un monologo dei ragazzi di Tudor. Le occasioni fioccano: Dawidowicz coglie il palo dopo un rimpallo su corner, Barak costringe agli straordinari Radunovic dal confine dell'area. Simeone spreca un altro paio di ghiottonerie e rientra alla base, sostituito da Lasagna. Il tecnico croato opta per un triplo cambio: dentro anche Tameze e Bessa, che rilevano la coppia in cabina di comando e sospingono l'assalto finale. Lasagna scalda i guanti a Radunovic dopo una bella incursione, ma il punteggio resta ancorato allo zero a zero, suggellato dopo quattro minuti dal triplice fischio arbitrale.
Le scelte
Ci si attendeva una rivoluzione in casa Hellas, e invece Tudor ripropone un undici sovrapponibile in quasi tutti gli effettivi a quello schierato a Genova: in attacco Caprari è confermato al fianco di Simeone, con Barak nel ruolo di sarto della trequarti. Mazzarri schiera i suoi a quattro in difesa: Ceppitelli e Carboni schermano la porta dell'ex Radunovic, Nandez torna a fare il mediano e Keita duetta con Joao Pedro.
Primo tempo molto tattico
L'intenzione del Verona è chiara sin dai primi istanti: saltare addosso all'avversario, metterlo alle corde, sfruttando il fattore ambientale del Bentegodi che, malgrado le temperature rigide, è ancora una volta molto caldo. Simeone non arriva per un soffio su un cross arcuato di Faraoni, Joao Pedro e Keita provano a solleticare Montipò con due conclusioni di scarso rilievo. Nel complesso la prima frazione viaggia su ritmi sin troppo contenuti, che giovano poco allo spettacolo.
Occasionissima Simeone
Nella ripresa la garra uruguagia di Nandez entra in rotta di collisione con quella di Simeone: i due si beccano, il Cholito travolge l'ex compagno con un tackle poco generoso che fa detonare una zuffa subito sedata dall'arbitro Marcenaro con una carrellata di gialli. La folata di agonismo produce l'occasione più ghiotta sino a quel momento per l'Hellas: Faraoni rifinisce di tacco su invito di Barak e manda in fuga Simeone, che solo davanti a Radunovic spreca l'uno a zero.
Dominio Hellas
Il finale è un monologo dei ragazzi di Tudor. Le occasioni fioccano: Dawidowicz coglie il palo dopo un rimpallo su corner, Barak costringe agli straordinari Radunovic dal confine dell'area. Simeone spreca un altro paio di ghiottonerie e rientra alla base, sostituito da Lasagna. Il tecnico croato opta per un triplo cambio: dentro anche Tameze e Bessa, che rilevano la coppia in cabina di comando e sospingono l'assalto finale. Lasagna scalda i guanti a Radunovic dopo una bella incursione, ma il punteggio resta ancorato allo zero a zero, suggellato dopo quattro minuti dal triplice fischio arbitrale.
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