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La ridicola sanzione per la Juventus, specchio di tutto il nostro calcio italiano. Perché nessun dirigente si è lamentato e non lo farà: il calcio è un circuito monetario chiuso e mettersi contro a chi comanda non serve a nullaTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 3 giugno 2023, 15:50Editoriale
di Andrea Losapio

La ridicola sanzione per la Juventus, specchio di tutto il nostro calcio italiano. Perché nessun dirigente si è lamentato e non lo farà: il calcio è un circuito monetario chiuso e mettersi contro a chi comanda non serve a nulla

La settimana-dieci giorni potenzialmente migliore del calcio italiano degli ultimi decenni è iniziata male, anzi, malissimo. Non c'entra molto la Roma, scippata dall'arbitro Taylor soprattutto per un rigore abbastanza evidente, bensì la sentenza sugli stipendi della Juventus. Partiamo da un assunto: nessuno ce l'ha con i bianconeri, ma come si denuncia il malcostume delle plusvalenze - andare a vedere gli altri editoriali per conferma, ora tutti parlano del caso Osimhen ma prima delle Procure nessuno si azzardava neanche ad entrarci (a parte noi) - è giusto capire perché i bianconeri sono riusciti in un colpo da maestro, sotto la placida regia di un Gabriele Gravina. Le domande sono semplici, quasi scontate. Perché solo 718 mila euro di multa? Perché 718 mila euro di multa e non 717? In che modo è stata calcolata la sanzione? E considerando che la Juventus aveva un monte stipendi oltre i 250 milioni, non sembra un po' poco?

Non è che sembra. È molto poco. Eppure ci dovrebbe essere una levata di scudi contro i bianconeri. Invece l'unico - verrebbe da dire povero, se non fosse che ha mostrato più dignità degli altri - a lamentarsi è stato Bandecchi, della Ternana. Nemmeno Commisso ha detto qualcosa, ma va detto che lui si era esposto in tempi diversi. Il calcio è un circuito chiuso. Chi dà contro la Juventus, la principale forza economica del calcio italiano, rischia di avere dei problemi, almeno in potenza, relativamente grossi. Tutti quanti si sono detti soddisfatti, non solo Gravina - principale sponsor dell'operazione, eppure è vicepresidente UEFA con Ceferin che stangherà la Juve, ça va sans dire - ma anche gli altri dirigenti. Perché? Perché così fan tutti, o lo hanno fatto in un passato remoto. Il Napoli con Osimhen non voleva inserire Liguori, Manzi e Palmieri, perché era una stortura evidente per chi manco c'è mai stato a Lille. Però in Francia guardano con molta attenzione i bilanci e il rischio, per il club francese, era quello di non potersi iscrivere. E allora ecco che Osimhen è valutato 70 milioni, Karnezis e i tre carneadis (scusate il gioco di parole) ne valgono 20. Tutti felici.


Non bisogna però confondere patate con ananas. Perché questa è la questione stipendi - e se non paghi i contributi vieni penalizzato, chiedere ai club di B e C come Reggina o Siena (ma anche altri) - e l'altra è quella delle plusvalenze. Ma alla fine qui non c'è più niente di sportivo. Si gioca per guadagnare e per spendere, soprattutto dirigenti e club, poi se arriva il risultato va bene, altrimenti chissenefrega. Magnifichiamo il percorso della Roma perché Mourinho ha fatto un miracolo, è vero. Ma è un club che perde ogni anno centinaia di milioni. Centinaia. Vuol dire che quelli che mettono le firme probabilmente in campo economico non ne capiscono un tubo, se va bene, o sono in malafede, se va male. Chiaramente non è solo la Roma, che peraltro con i Friedkin stanno cercando un percorso virtuoso, spendendo zero per il mercato. Sono tutti i club. Dalla Juventus in giù. L'Inter che rimane in piede grazie a Oaktree e che si permette di dire di no a 54 milioni per Skriniar (e arriva in finale di Champions senza), oppure il Bologna che negli anni di Saputo ha fatto un -200 milioni e rotti. La Sampdoria che viene salvata è il chiaro esempio che il calcio ha delle potenzialità enormi, ma che poi alla fine arriva Pantalone a pagare per tutti e ripianare.

Per finire: la sanzione della Juventus sulla manovra stipendi è ridicola. La UEFA arriverà e gli toglierà la Conference/Europa League, tutti quanti ricominceranno come prima. Magari con l'accortezza di far passare un paio di sessioni di mercato. Però se Gravina vuole davvero cambiare qualcosa, la smetta con le regole da zone più sul grigio che sul bianco o sul nero. Ci si può iscrivere se si rispettano i paletti. Si può comprare un club se presenti delle certezze a livello monetario. Si possono costruire stadi se... No, questo è un altro mondo. Perché siamo in Italia e c'è sempre qualcuno che vuole decidere qualcosa e, possibilmente, scaricare il barile sugli altri. Esattamente come la Juventus del così fan tutti. Il bello è che funziona. Sempre.