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Djibril Cissé condannato: un anno di reclusione (pena sospesa) e 100.000 euro di multa
Assicura di non "aver mai voluto frodare il fisco", nonostante sia stato condannato ieri. Si è tenuto a Bastia il processo per riciclaggio e frode fiscale nei confronti di Djibril Cissé: l'ex attaccante è stato condannato a un anno di reclusione con sospensione della pena e una multa di 100.000 euro.
Cissè si è difeso sulle colonne de Le Parisien: "Posso ammettere di essere stato un po' distratto e poco organizzato nell'elaborazione delle mie fatture, ma non c'è mai stata alcuna intenzione da parte mia di eludere il fisco. Non le ho trasmesse sistematicamente al mio commercialista e alcune si sono perse", si giustifica l'ex attaccante della Lazio e dell'AJ Auxerre, oggi 43 anni. È sospettato in particolare di riciclaggio, abuso di beni aziendali e omissione di scritture contabili. Il procuratore di Bastia, Jean-Philippe Navarre, ha chiesto l'assoluzione per gli atti di frode fiscale inizialmente citati dall'accusa.
Nel mirino della giustizia c'è una società per azioni con sede a Furiani (Alta Corsica), luogo di residenza di Cissé. Nonostante la società sia stata posta in liquidazione coatta amministrativa nel 2020, il conto corrente associato è rimasto debitore di 550.000 euro. L'indagine ritiene che non abbia dichiarato questa somma alle autorità fiscali e questo costituisce un reato. Dall'indagine emerge anche un debito fiscale di 230.000 euro per omessa dichiarazione dell'IVA. "Trovo molto difficile essere associato oggi alle parole 'frode', 'riciclaggio di denaro', 'abuso di beni aziendali'...". La sentenza definitiva sarà emessa il 13 novembre dal tribunale penale di Bastia.
Cissè si è difeso sulle colonne de Le Parisien: "Posso ammettere di essere stato un po' distratto e poco organizzato nell'elaborazione delle mie fatture, ma non c'è mai stata alcuna intenzione da parte mia di eludere il fisco. Non le ho trasmesse sistematicamente al mio commercialista e alcune si sono perse", si giustifica l'ex attaccante della Lazio e dell'AJ Auxerre, oggi 43 anni. È sospettato in particolare di riciclaggio, abuso di beni aziendali e omissione di scritture contabili. Il procuratore di Bastia, Jean-Philippe Navarre, ha chiesto l'assoluzione per gli atti di frode fiscale inizialmente citati dall'accusa.
Nel mirino della giustizia c'è una società per azioni con sede a Furiani (Alta Corsica), luogo di residenza di Cissé. Nonostante la società sia stata posta in liquidazione coatta amministrativa nel 2020, il conto corrente associato è rimasto debitore di 550.000 euro. L'indagine ritiene che non abbia dichiarato questa somma alle autorità fiscali e questo costituisce un reato. Dall'indagine emerge anche un debito fiscale di 230.000 euro per omessa dichiarazione dell'IVA. "Trovo molto difficile essere associato oggi alle parole 'frode', 'riciclaggio di denaro', 'abuso di beni aziendali'...". La sentenza definitiva sarà emessa il 13 novembre dal tribunale penale di Bastia.
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