Lazio, cinque giorni per sbloccare le uscite: storia di un non mercato

Doveva essere l’assoluta priorità della Lazio, si è trasformata in un’esigenza last minute. Il blocco del mercato in entrata non negava alla società biancoceleste la possibilità di sfoltire una rosa che dopo anni non dovrà più fronteggiare il doppio impegno. L’esclusione dalle coppe può portare a uno sfoltimento di un gruppo ampio e appesantito da quegli esuberi che da troppo tempo gravano sulle casse societarie. Soprattutto, le uscite servono per sbloccare il mercato di gennaio in entrata, elemento piuttosto utile come dimostrato anche dall’esordio di Como. Doveva essere la cosa più importante, l’unico interesse della società in questa estate così difficile. Si è trasformato in un qualcosa da risolvere a fine mercato e di motivazioni ce ne sono ben poche. Lazio, chi può partire negli ultimi giorni Il 2 luglio la Lazio ha concretizzato la prima e unica cessione che ha riguardato la prima squadra. L’addio a Tchaouna per 15 milioni di euro ha fatto registrare una plusvalenza a bilancio, ma non ha sbloccato il mercato di gennaio e soprattutto non ha dato il via ad altre operazioni in uscita. In quasi due mesi sono stati ceduti solo giocatori ex Primavera mai coinvolti nel progetto tecnico, per il resto sono rimasti a Formello sia i fuori rosa che gli esuberi. Nessun offerta è arrivata (o è stata cercata) per giocatori come Fares e Kamenovic, nulla si è concretizzato al momento per Gigot, Basic e Noslin. A cinque giorni dalla chiusura del mercato la Lazio deve trovare soluzioni in uscita per sbloccare il mercato di gennaio, o dovrà sperare di trovare uno sponsor entro il 30 settembre.