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L'agente di Pio Esposito: "Stop al clamore mediatico, create aspettative atomiche su di lui"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Serra
Oggi alle 20:08Serie A
di Giacomo Iacobellis
fonte Da Palermo, Alessio Alaimo

L'agente di Pio Esposito: "Stop al clamore mediatico, create aspettative atomiche su di lui"

Mario Giuffredi, agente che cura gli interessi di vari calciatori di Serie A tra i quali Di Lorenzo, Politano, Pio e Sebastiano Esposito, è intervenuto nel corso del Palermo Football Meeting a “La Braciera in Villa”, evento organizzato da Conference403 con il patrocinio dell’ARS e del Comune di Palermo. Queste le sue dichiarazioni raccolte da TMW: Su Di Lorenzo e Politano: "La scorsa annata è stata inaspettata, perché la stagione precedente era stata drammatica. Conte è un grandissimo valore aggiunto, ma era impensabile immaginare un altro scudetto per il Napoli. Il club partenopeo veniva da un terremoto: quando si ricostruisce non è mai facile. Se vinci lo scudetto, vuol dire che hai fatto qualcosa di straordinario". Su Vergara: "È un giovane del 2003 che ha fatto la sua gavetta in B e ha grande prospettiva. È rimasto a Napoli per volontà di Conte. Il mister non regala niente a nessuno: se ha voluto la sua permanenza è perché ci ha visto qualcosa di importante. Chi lo conosce più nel profondo sa che è un giocatore che saprà imporsi anche in azzurro". Sul Napoli favorito per lo scudetto: "Non è che parti favorito perché hai vinto l’anno precedente. Magari lo sei sulla carta, ma poi sul campo devi dimostrare. Più che favorito, il Napoli parte con molta più consapevolezza. Lo scudetto dell’anno scorso ti porta ad avere responsabilità maggiori: tutti si aspettano di più da te, ma questo non vuol dire essere favoriti. Ci sono squadre come Inter, Milan e Roma che hanno fatto cose importanti, a partire dagli allenatori Allegri e Gasperini. Lo stesso Chivu è giovane, ma bravissimo". Su Pio Esposito: "Io non parlo volentieri di Pio, non mi piace questo clamore mediatico che si sta creando attorno a un giocatore molto giovane. Pio ha fatto la sua gavetta, dimostrando di meritarsi la Serie A. Non mi piace come si parla di lui con troppa importanza e troppo clamore. Lui deve vivere la sua vita sereno, senza aspettative atomiche. È un ragazzo molto equilibrato, che sa che verranno momenti difficili anche per lui. Andrei cauto e calmo nel dire che sarà il centravanti della Nazionale per i prossimi dieci anni. Dovrà dimostrare come tutti i calciatori. Se sarà così, significherà che avrà dimostrato. Noi cerchiamo di trasmettergli lo stare coi piedi per terra". Sulla crisi della Fiorentina: "Onestamente non me l’aspettavo, perché la Fiorentina in estate ha preso un allenatore importante e ha fatto degli acquisti importanti. Non mi aspettavo il secondo peggior inizio della sua storia. Questo non vuol dire che i viola non debbano guardare in positivo. A volte basta una partita per cambiare una stagione, magari sarà la prossima col Milan. Questo inizio non deve precludere ottimismo e fiducia. La Fiorentina ha un allenatore bravo, una dirigenza seria e giocatori di qualità. Io resto ottimista". Su Sebastiano Esposito: "La trattativa nasce a giugno, poi è subentrato il Parma e c’è stato un testa a testa fino all’ultimo secondo nello scegliere la destinazione finale. Il nostro lavoro è seguire anche le volontà dei giocatori. Seba, in quel caso, voleva andare fortemente al Cagliari e noi l’abbiamo accontentato. Io accontento un giocatore se condivido la scelta. Se non la condivido, il giocatore va dove dico io e non dove dice lui. È come quando l’allenatore fa una formazione che gli impone il presidente: idem per me. Se la scelta è condivisa, mi evito una litigata; altrimenti ci litigo per il suo bene". Su Zaccagni: "Innanzitutto il ritorno di Sarri lo vedo benissimo. È un maestro che sa di calcio come pochi, conosce l’ambiente Lazio e ha già fatto molto bene. Chi meglio di lui per ripartire? Poi sicuramente il blocco del mercato dà pochi margini di crescita. La Lazio cercherà di rifarsi a gennaio e Sarri potrà portare miglioramenti alla rosa. Zaccagni con la maglia della Lazio ha conquistato la Nazionale, ha giocato in Champions, ha lottato per lo scudetto ed è diventato capitano. Ha fatto una scelta di vita: quella di essere il capitano della Lazio per più anni possibile. Ha un contratto lungo e sposa l’ambiente Lazio con grande entusiasmo, pensando di poter costruire qualcosa di importante". Su cosa occorre perché il sistema calcio possa sfornare nuovi talenti: "Occorre innanzitutto che i presidenti migliorino. I presidenti sono i capi delle aziende, sono loro che scelgono i dirigenti vincenti. Oggi i presidenti tendono a scegliere dirigenti su misura per loro, non per il club. I presidenti vogliono fare, invece dovrebbero essere bravi a scegliere dirigenti per la propria azienda e lasciare fare a loro. Non dovrebbero scegliere dirigenti che non meritano di stare in quei posti. Ci sono presidenti scarsi, che non studiano i dirigenti per meritocrazia. Questo è lo specchio del nostro calcio. La seconda cosa che manca è il coraggio, dagli allenatori ai dirigenti. Si pensa solo al risultato. Bisogna avere più coraggio di far giocare i giovani. Il coraggio è quello che poi ti porta a ottenere risultati, a fare cose che gli altri non fanno. Il coraggio è la qualità che manca nel nostro calcio. Tutti hanno paura del giudizio, di essere mandati via, di essere se stessi". Sul suo futuro: "Io ho 49 anni. Ho iniziato da bambino a stare nel calcio, ma inizio anche io a consumarmi, perché ho fatto tantissima gavetta. Provo a godermi gli ultimi 5-6 anni in qualità di agente, poi mi piacerebbe fare il dirigente. Tantissimi giocatori che ho in A li ho presi in C e in B, ho dimostrato coraggio. Da dirigente vorrei mostrare lo stesso. Il dirigente che mi ha fatto sempre impazzire? Walter Sabatini".