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Amadeus crede all'Inter di Chivu: "E' già pronta a lottare su tutti i fronti per vincere"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 10:23Serie A
di Daniele Najjar

Amadeus crede all'Inter di Chivu: "E' già pronta a lottare su tutti i fronti per vincere"

Il conduttore televisivo è noto tifoso dell'Inter, Amadeus, è intervenuto a TuttoMercatoWeb.com per parlarci di alcune tematiche di casa nerazzurra, oltre che della sfida di stasera con la Lazio. Le piace Cristian Chivu? "Mi piace da sempre, sia da calciatore che da allenatore della Primavera. Già da calciatore si vedeva che fosse una persona seria e competente, così l'ho seguito già quando ha allenato nel settore giovanile e nel Parma, ha fatto benissimo. Quando l'Inter lo ha scelto ho percepito nell'aria un certo scetticismo. Io invece ero convinto che fosse la scelta giusta per il dopo-Inzaghi". Per quale motivo in particolare? "Innanzitutto per la competenza di cui parlavo. Poi per la consapevolezza che potesse valorizzare i giovani. La base di una grande squadra è saper miscelare l'esperienza ai giovani. Per farlo non devi avere paura di lanciarli. E devi saperli riconoscere. Questo Chivu lo sa fare". L'ha sorpresa in qualcosa? "L'ho incontrato qualche volta, una persona gentile e cordiale, ma non lo conosco bene e dunque dico che mi ha sorpreso nella comunicazione. Non parliamo di una squadra piccola, ma dell'Inter, dove serve una comunicazione particolare. Mi sembra che sappia sempre cosa dire. Anche all'interno della squadra, dove credo che abbia chiaro ogni aspetto dello spogliatoio. Se fossi un giocatore sarei conquistato dal suo modo di ragionare". Un esempio di buona gestione è Lautaro: c'è stato questo siparietto sul fatto che gli abbia chiesto di sorridere, poi lo ha schierato nuovamente e l'argentino è tornato al gol. Che ne pensa? "Io sono solo un tifoso, ma mi piace osservare questo meraviglioso sport in ogni aspetto, guardando partite praticamente di ogni Paese. Oggi per essere un bravo allenatore credo che devi essere un bravo psicologo. Hai a che fare con giocatori che arrivano da ogni parte del mondo, quindi con differenti mentalità e culture. Poi sul campo è difficile ottenere quello che vuoi da loro se non ci sai fare. L'esempio che lei fa di Lautaro è corretto. Gli ha detto quello che pensava, pur con il sorriso, poi ha ottenuto da lui quello che voleva, in campo". All'inizio della stagione si temeva una annata da "montagne russe". Ora la squadra sembra ben indirizzata: lei vede una squadra pronta a lottare su tutti i fronti fin da subito anche con Chivu? "Assolutamente sì. Ci stava dopo tanti anni con Inzaghi con un tecnico nuovo e diverso da lui potesse necessitare di tempo, invece i giocatori hanno capito Chivu prima di quello che pensassi. Bravo lui ad inserirsi così. Inzaghi ha fatto un lavoro grandissimo all'Inter, ma faccio notare che Chivu è differente da lui. Voglio dire: non è stato preso perché fa un gioco uguale al suo, anzi. Ha le sue idee. Per esempio il baricentro lo vedo spostato più avanti e i singoli giocano in maniera diversa. L'Inter è sicuramente una squadra ancora in costruzione per l'inserimento delle nuove idee, ma non è soltanto sulla buona strada, bensì può lottare già tranquillamente su tutti i fronti. Poi aggiungo: finché c'è Marotta io sono l'uomo più tranquillo del mondo". A proposito di Marotta: vista questa sua stima, l'hanno infastidita le parole di Conte che ha punzecchiato il presidente nerazzurro? "Conte è un allenatore di grande esperienza e di conseguenza anche estremamente furbo. Pensate alla partita di Napoli: nel secondo tempo l'Inter era del tutto in grado di andare a riprendere gli azzurri. Proprio lì Conte ha litigato con Dumfries, poi con Lautaro. Quella confusione per me ha spezzato il ritmo dell'Inter, che è caduta nel tranello. Non devi pensare all'allenatore avversario in quei momenti, ma soltanto a pareggiare la partita. Quello è mestiere. Conte è bravo, esperto, con una squadra che può difendere lo Scudetto, ma anche furbo. Non mi sorprende ed è normale, fa parte del calcio. Lo faceva da noi anche Mourinho: sono allenatori che leggono la partita e sanno quando intervenire per interrompere un certo tipo di flusso". Pio Esposito le piace? "Parliamo di un attaccante molto forte e giovanissimo. Meno male che Chivu lo ha voluto: magari un altro allenatore al suo posto lo avrebbe mandato in prestito. Per me oggi l'Inter ha 4 attaccanti forti, dei quali uno di 20 e l'altro di 22 anni. Chivu è bravissimo a gestire loro e anche Sucic, che è un campione. L'allenatore sa quando farli giocare, quando no. Ma la cosa importante è che li ha tenuti con sé: l'Inter li ha in casa e non in giro a fare le fortune di altre squadre. Aggiungo un nome fra le piacevoli sorprese...". Quale? "Calhanoglu. Sta facendo una delle partenze più belle da quando è all'Inter. In estate speravo ogni giorno che quella del suo addio fosse una bufala. Insostituibile, meno male che è rimasto". Oggi Inter-Lazio, una sfida che l'ultima volta è costata lo Scudetto ai nerazzurri. Come la vede? "Quella con la Lazio è sempre una partita a sé. Io ero all'Olimpico il 5 maggio 2002, per dire: la Lazio è sempre una squadra che ci crea problemi. Mi aspetto una partita con dei gol, è sempre una partita che regala spettacolo. Mi aspetto poi che se l'Inter vorrà davvero vincerla, saprà farla sua. Oggi non sarà esattamente una partita Scudetto, però visto l'affollamento che c'è in vetta, chi perde punti può avere problemi poi a recuperare terreno".