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Multe e reclusione: cosa prevede la legge anti-Inter (e non solo) proposta da LotitoTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 19:08Serie A
di Ivan Cardia

Multe e reclusione: cosa prevede la legge anti-Inter (e non solo) proposta da Lotito

Una legge anti-Inter, ma non solo. È quella che potrebbe arrivare dal Parlamento se il disegno di legge presentato da Claudio Lotito, presidente della Lazio ma in questo caso nella sua veste di senatore di Forza Italia, e il collega Matteo Gelmetti (senatore di Fratelli d’Italia) andasse in porto. La bozza, depositata in estate e assegnata alla Commissione Cultura in sede redigente - quindi con un percorso potenzialmente rapido, sebbene non il più spedito a disposizione in questi casi -, ma l’esame del testo non è ancora iniziato. Nella bozza del testo normativo (“Disposizioni in materia di trasparenza nella proprietà delle società sportive professionistiche del settore calcistico”) i firmatari puntano a "garantire la massima trasparenza nella proprietà e nella gestione delle società calcistiche professionistiche operanti in Italia, al fine di prevenire situazioni opache, conflitti di interesse e possibili atti illeciti”. In particolare, questo obiettivo sarebbe raggiunto imponendo ai club professionistici di comunicare annualmente alla FIGC, alla lega di appartenenza e all'Autorità nazionale anticorruzione “l’elenco nominativo dei soggetti persone fisiche o giuridiche che detengono, direttamente o indirettamente, almeno il 5 per cento del capitale sociale o dei diritti di voto della società”. Sarebbero da rendere noti anche “la provenienza dei fondi utilizzati per l'acquisizione delle partecipazioni” ed “eventuali relazioni con altre società sportive professionistiche italiane o straniere”. Il mancato adempimento porterebbe a multe da 1 a 5 milioni di euro e la penalizzazione di un punto in classifica a settimana fino all’effettiva comunicazione, oltre alla reclusione fino a un anno del rappresentante legale del club che non rispetti le regole. Infine, “i fondi di investimento, le società fiduciarie o i veicoli societari esteri che acquisiscono o detengono, direttamente o indirettamente, partecipazioni pari o superiori al 5 per cento del capitale sociale di una società sportiva professionistica operante in Italia nel settore calcistico, sono tenuti a costituire, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge o dalla data di acquisizione delle partecipazioni, una società di diritto italiano con sede legale nel territorio nazionale”. Perché anti-Inter? Giornalisticamente, è stata subito individuata la società nerazzurra - i rapporti tra i vertici interisti e Lotito sono pessimi da anni - come uno dei potenziali bersagli, ma l’Inter (di proprietà di Oaktree) non sarebbe ovviamente l’unico club potenzialmente colpito: in Serie A, anche il Milan è controllato da un fondo (RedBird), mentre in B c’è il Monza, ceduto da Fininvest al fondo americano Becket Layne Ventures. Sullo sfondo, oltre alla guerra ai fondi che potrebbe essere nelle idee di Lotito - e tutto sommato non dispiacerebbe nemmeno al governo -, anche le ben note vicende che hanno interessato la Lazio, il cui mercato è stato bloccato per il mancato rispetto degli indicatori federali. In realtà, peraltro, la formulazione proposta riguarderebbe ovviamente tutti i club, e tutte le proprietà straniere, sebbene con più attenzione, appunto, sui fondi. Da capire, però, quanto il presidente biancoceleste possa trovare sponde nella maggioranza che sostiene il governo Meloni. E non solo: una norma che porti a maggiore trasparenza in merito alle proprietà dei club non dispiacerebbe neanche al presidente federale Gravina - nemesi di Lotito -, ma è tecnicamente molto difficile arrivare a una formulazione normativa che possa considerarsi, per esempio, compatibile con il diritto comunitario.