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Lautaro, Eriksen e la scossa Conte: cosa manca all'Inter per alzare l'asticellaTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
giovedì 23 luglio 2020, 12:08Serie A
di Ivan Cardia

Lautaro, Eriksen e la scossa Conte: cosa manca all'Inter per alzare l'asticella

Marotta chiede di alzare l'asticella, Conte spiega che il secondo posto è quello destinato al primo dei perdenti. L'Inter stenta nel gioco, colpisce due pali e impatta 0-0 contro la Fiorentina in casa, rischiando anche di perdere nel finale. Sarà che la storia la scrive chi vince, altra frase topica del tecnico nerazzurro. Ma cosa manca alla squadra meneghina per riuscire a farlo?

L'incognita: Eriksen. Contro i viola, si è rivisto il danese del Tottenham. Per appena 20 minuti: il tempo di un assist stupendo, stampato sul palo dallo sfortunato Lukaku. Poi, il 24 nerazzurro si è eclissato e inabissato nei meandri del suo centrocampo e di quello gigliato. Resta un punto interrogativo: dato l'investimento, la società vuole che il futuro lo veda come un perno. In questo momento, è più un corpo estraneo che altro. E il Sensi visto a inizio stagione resta ben altra cosa.

Il momento no: Lautaro. Due gol in dieci partite. È questo il bottino del Toro dopo la ripresa del campionato. Piuttosto magro, in un momento storico in cui si segna come se le reti piovessero dal cielo. Che sia stato il lockdown o gli abbiano dato fastidio le voci di mercato, è abbastanza oggettivo che l'attaccante argentino stia vivendo una fase di involuzione. Se abbiniamo il tutto a un momento non fortunatissimo anche per Lukaku (4 gol nello stesso periodo), all'Inter nelle ultime partite è mancata la LuLa, non rimpiazzata dalla rinascita di Alexis Sanchez: serve un'alternativa.


Qui mercato: c'è da fare, ma pochi rimproveri. E veniamo quindi a come rinforzare la squadra: Hakimi è già un bel colpo. Che manchi un altro attaccante è piuttosto evidente e non è un mistero che lo stesso l'allenatore l'abbia (leggasi Dzeko) richiesto a gran voce nei mesi scorsi. I nerazzurri cercano a ragione un'alternativa sulla fascia opposta e s'interrogano pure sul da farsi in difesa. Ma sul mercato, al netto delle richieste, Conte può fare davvero pochissimi appunti alla propria dirigenza: Marotta e Ausilio hanno disinnescato qualche bomba a orologeria (soprattutto il caso Icardi) e rinforzato in maniera oggettiva la rosa a sua disposizione. Si può sempre fare meglio, ma semmai è mancato proprio l'effetto legato al salentino.

Zero punti con la Juve. Ma la Beneamata è sotto anche negli scontri diretti con la Lazio e potenzialmente è indietro pure rispetto all'Atalanta (1-1 a San Siro all'andata, il ritorno si giocherà a Bergamo all'ultima di campionato). Tradotto in altri termini: in un campionato tra le prime quattro in classifica, il secondo posto che Conte forse sottovaluta sarebbe un piazzamento fin troppo generoso per quanto fatto dai nerazzurri. Detto che i passi in avanti, a livello generale, ci sono stati, la "scossa Conte" negli scontri diretti non c'è stata, così come è accaduto in Champions League. Al primo anno di Juve, azzannò il Milan e stese la Lazio che chiuse terza. Al primo anno di Chelsea, battè due volte su due Arsenal e Manchester City, superando anche il Tottenham poi secondo. In questa stagione è mancato anche questo: serve, per andare oltre il secondo posto.