
La favola di Camarda inizia a 7km da San Siro, il 1° tecnico: "Segnava troppo, dovevo farlo uscire"
Il primo centro in Serie A, la dedica ad Alessandro Florenzi e quei soli 17 anni che raccontano i sogni di un bambino chiamato a diventare grande ben prima del previsto. Francesco Camarda è un predestinato da sempre, ma questo lo sapevate già. Lo stesso vale per la sua carriera: le centinaia di gol nel settore giovanile del Milan, lo storico esordio in prima squadra, lo scorso anno senza troppo senso e alla fine il passaggio - in prestito - al Lecce. La favola del bomber classe 2008, ben prima dell'approdo nell'academy rossonera nel 2015 e della gioia arrivata ieri al Via del Mare contro il Bologna, inizia però a 7 km circa da San Siro: nel G.S.D. Afforese. Ce l'ha raccontata il suo ex allenatore Massimo D'Amaro, fra i primissimi a vederlo sbocciare sul rettangolo verde. Rete dopo rete, già da quando aveva 5 anni.
"Francesco è stato il bambino più forte che ho avuto", mette subito in chiaro D'Amaro nell'intervista esclusiva concessa a TMW. "Già a 5 anni si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri bambini. 'Testa, cuore e piedini': era questo il nostro motto. Lui arrivava per primo al campo e se ne andava per ultimo. Ricordo che si fermava da solo in campo a provare i palleggi e le finte, mentre i suoi coetanei andavano in doccia. Francesco era innamorato del pallone, lo è sempre stato, anche perché col pallone faceva quello che voleva, segnava in qualsiasi modo. Bisognava frenarlo per permettere a tutti di giocare e, a ogni sostituzione, la prima cosa che diceva era: 'Mister, e io quando rientro?'".
Si dice che su di lui avesse messo gli occhi pure l'Inter: "Diverse squadre l'avevano monitorato ai tempi, ma quella che prima ci ha creduto, grazie anche a Giovanni Vallelonga (ex osservatore del Milan, oggi al Monza), fu proprio il Milan. Ricordo la prima volta che andammo al Vismara a fare un allenamento insieme ad altri ragazzi che arrivavano da tutta la Lombardia: anche in quel caso Camarda fece la differenza". Una data indimenticabile, proprio come il 28 settembre 2025, il giorno del suo primo gol in Serie A: "Non ho guardato la partita perché non era titolare, ho iniziato solo quando ho visto che era subentrato. Non pensavo segnasse perché comunque il Bologna è una squadra impegnativa. Quando all'ultimo minuto è arrivato il suo gol su calcio d'angolo ho sorriso e ho pensato: 'Te lo sei meritato'". D'Amaro poi aggiunge: "Non l'ho ancora sentito perché è giusto che si goda prima il suo momento: lo sentirò magari nei prossimi giorni".
E a chi ancora discute sul suo prestito al Lecce, anziché restare al Milan, l'ex tecnico di Camarda risponde così: "Sono scelte difficili: è chiaro che ripetere un'altra stagione come la precedente, dove lo spazio che gli è stato dato è stato pochissimo, sia in Serie A sia con il Milan Futuro, non giovava a nessuno. Sui ragazzi in generale, anche in ottica Nazionale, dico che va data loro più fiducia e vanno fatti crescere. Altrimenti ci troviamo senza un bacino adeguato". Infine, una difesa quasi paterna del giovanissimo talento ancora di proprietà del Diavolo: "Francesco ha la sua età e deve crescere: va aspettato. Lecce è un'ottima piazza, però bisogna farlo giocare e dargli tanto minutaggio. Sennò non sarebbe convenuto tenerlo al Milan?".
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