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Un gruppo di lavoro se il Livorno non si iscrive alla Serie D
sabato 17 luglio 2021, 22:41Calcio
di Marco Ceccarini
per Amaranta.it

Un gruppo di lavoro se il Livorno non si iscrive alla Serie D

Livorno – Tre le ipotesi in campo per far ripartire il calcio di vertice a Livorno, se dopodomani, 19 luglio, non sarà revocata la liquidazione provvisoria dell’As Livorno. Perché, sia chiaro, se lunedì i soci dell’attuale As Livorno trovassero il modo di revocare lo stato di liquidazione, il club di via Indipendenza continuerebbe ad esistere, i posti di lavoro dei dipendenti sarebbero salvi e la società amaranto potrebbe iscrivere la squadra alla Serie D in vista dell’ormai imminente stagione sportiva. Se invece la liquidazione dovesse essere confermata, si apre uno scenario a cui la città deve farsi trovare pronta nei tempi e preparata rispetto alle strade da seguire.

Questa mattina, sabato 17 luglio, si è svolto allo stadio Picchi un incontro, promosso dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, con i rappresentanti dei club organizzati, di altri gruppi di tifosi e degli ultras della curva Nord.

Sono emerse, in definitiva, tre ipotesi, che saranno al centro del lavoro di una commissione, costituita ad hoc, di cui faranno parte Lenny Bottai e Bruno Rotelli in rappresentanza della curva Nord, Marco Bruciati di Livorno Popolare, Nedo Di Batte del club Il Campanile, Ivano Falchini del Coordinamento amaranto, Enrico Fernandez del club Magnozzi e probabilmente Alessandro Bini in rappresentanza dei dipendenti del Livorno.

La prima ipotesi riguarda la trasformazione della ragione sociale dell’attuale Pro Livorno Sorgenti in una denominazione che richiama il Livorno calcio e prevede la partenza dalla nuova esperienza dalla Serie D, legittima categoria di appartenenza della Pro Livorno. Per questa operazione vi sarebbe già un assenso di massima da parte della dirigenza biancoverde.

La seconda ipotesi emersa nel confronto svolto sul prato dello stadio d’Ardenza, analoga alla prima, riguarda la trasformazione della ragione sociale dell’Armando Picchi e prevede la partenza dall’Eccellenza. Si tratta però di una ipotesi da costruire perché, in questo caso, non ci sono ancora stati contatti con la dirigenza del club di Banditella. Il fatto che la squadra biancoamaranto militi in Eccellenza, inoltre, rende questa strada meno percorribile.

La terza ed ultima ipotesi, infine, riguarda l’idea di fondare ex novo una società con una denominazione che come le altre due richiama la storia sportiva del Livorno e in questo modo partire dalla Terza categoria o da una qualsiasi altra categoria in cui il Comitato regionale toscano della Federcalcio vorrà eventualmente iscrivere il nuovo club che intende di rappresentare la città di Livorno.

Allo scopo di valutare le possibilità sul tavolo, fermo restando che quella concernente la Pro Livorno sembra al momento l’ipotesi più accreditata, è stata istituita la commissione di lavoro sopra detta, che tuttavia inizierà la propria attività non prima di martedì 20, all’indomani dunque del giorno in cui si conoscerà il destino dell’attuale As Livorno.

Sull’intera vicenda, inoltre, incombe la questione dei lavoratori. Nel caso in cui l’attuale As Livorno dovesse essere posta in liquidazione, infatti, gli attuali dipendenti del club di via Indipendenza, una decina, perderebbero il posto di lavoro. Per questo motivo è stato deciso di inserire uno di loro, assai probabilmente il segretario generale Bini, nella commissione che dovrà cercare, di conseguenza, di tutelare anche le loro posizioni.

Il sindaco Salvetti, in ogni caso, ha spiegato anche come l’attuale Livorno potrebbe procedere qualora fosse revocato lo stato di liquidazione, non escludendo che il club possa essere diviso in due società. Citando il liquidatore Pierpaolo Gherlone ha detto che potrebbe essere costituita una “bad company” con i terreni di Fauglia ma anche con i debiti e una “good company” per proseguire l’attività sportiva. Salvetti ha definito “molto complessa e difficile” questa operazione e ha affermato che se questa operazione dovesse andare in porto, bisognerebbe capire chi, già a partire dalle prossime settimane, gestirà la società evidenziando che “se sarà qualcuno degli attuali soci la guerra è già stata dichiarata”, mentre “se dovesse esserci un nuovo acquirente la soluzione sarà accettata”.

Qualora invece per l’As Livorno non dovesse essere revocato lo stato di liquidazione e la squadra non iscritta alla Serie D, una volta individuata la via da seguire, va ricordato, a onor del vero, che non basta il cambio di denominazione, per il quale i termini sono stati procrastinati dal 5 al 27 luglio, affinché la nuova realtà rappresenti a tutti gli effetti la continuità sportiva dell’attuale Livorno. Perché ciò accada, infatti, occorre che al soggetto venga attribuito il titolo sportivo dell’attuale As Livorno, cosa che dovrà avvenire, a seguito di un bando e di procedure che dovranno essere gestite ed espletate dall’Amministrazione comunale, nel rispetto della legge. Questa operazione richiederà diversi mesi.

Una volta individuata la squadra che rappresenta la città di Livorno, sia questa la prosecuzione dell’As Livorno con una nuova proprietà, sia essa una eventuale nuova realtà a cui viene attribuito il titolo sportivo del Livorno qualora l’attuale sodalizio venga liquidato, al nuovo o rinnovato club sarebbe con ogni probabilità attribuito il marchio storico dell’Us Livorno 1915.