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Milan in crisi a 360 gradi. Bonucci-Kalinic: i conti non tornano per niente. Rifinanziamento del debito: ecco come funzionerebbe se subentrasse una banca (che ad oggi non c'è)TUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
lunedì 23 ottobre 2017, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Milan in crisi a 360 gradi. Bonucci-Kalinic: i conti non tornano per niente. Rifinanziamento del debito: ecco come funzionerebbe se subentrasse una banca (che ad oggi non c'è)

La crisi del Milan adesso è certificata, non solo dai risultati, ma anche dalle reazioni del pubblico. Ai fischi globali di giovedì sera contro l’AEK Atene, sono arrivati anche quelli ai singoli. Vittima destinataria della sentenza Nikola Kalinic, autore dell’ennesima prova insufficiente. Il croato è stato nullo, con Rossettini che non ha dovuto faticare più di tanto nel limitarlo. Ma Montella non ha mollato e lo ha tenuto dentro fino al minuto 84 quando, inevitabilmente, lo ha dovuto sostituire con Cutrone, che è stato accolto con un’ovazione da parte di tutto il pubblico presente. Un segnale evidente tra chi non ha ancora dimostrato di meritarsi la maglia che indossa (Kalinic) e chi ha dato sempre tutto fin dal primo giorno in prima squadra, ovvero Patrick. È un Milan confuso, senza una certezza e che, almeno mercoledì, sarà senza Leonardo Bonucci.

Il capitano rossonero ha coronato il suo pessimo avvio di stagione rifilando una gomitata senza senso a Rosi. La teoria difensiva parla di un tentativo di liberarsi della marcatura stretta dell’esterno genoano, le immagini del VAR invece certificano il gesto violento di Bonucci, che è stato mandato sotto la doccia al 25’. Contro il Chievo sarà in tribuna e, chissà, forse anche contro la Juventus. Fatto sta che con Romagnoli al suo posto, seppur contro avversari modesti, la difesa ha retto meglio. Un caso? Forse, ma senza il leader designato, si è avuta la sensazione che ci sia stato meno nervosismo in campo.

La barca è in alto mare, ma non solo in campo. Le dichiarazioni di Fassone rese a “La Stampa” fanno capire come la prossima estate, al contrario di quella vissuta che è solo un lontano ricordo, potrebbe vivere di due cessioni sanguinose come quelle di Donnarumma e Suso qualora il Milan non dovesse arrivare in Champions League. Ad oggi è difficile pensare che l’obiettivo possa essere raggiunto, anche perché ci sono lacune in ogni ambito, tecnico e non. In più è sempre incombente la vicenda relativa al rifinanziamento del debito con Elliott e qui vanno fatti meramente due conti per spiegare la situazione.

Ad oggi, il Milan cinese non ha ancora attivato la macchina organizzativa in loco ed è difficile pensare che, nel breve periodo, si possano ottenere risultati di un certo livello alla voce introiti. Ma rimaniamo sui numeri reali e non ipotetici. Elliott vanta un credito da 303 milioni di euro ad un tasso d’interesse dell’11,5% il che porta il totale dovuto da AC Milan e Li Yonghong a 383 milioni. Fassone dice che il debito relativo al Milan dovrebbe essere sanato entro la primavera, ma anche la questione rifinanziamento non è da sottovalutare. Se un istituto di credito specializzato (che ad oggi ancora non c'è, viste le difficoltà con Goldman Sachs e Merrill Lynch) dovesse rilevare i 353-363 milioni che vanta Elliott, andrebbe ad applicare sulla medesima cifra un nuovo tasso d’interesse che, di base, sarebbe più basso ma allungato nel tempo con il debito reale che passerebbe da 353-363 a circa 420-430. Legalmente, il proprietario del Milan è Li Yonghong il cui patrimonio personale è stimato in 500 milioni. Possibile che una persona rischi quasi tutti i suoi soldi in un’operazione del genere? La sensazione è che, prima o poi, i reali investitori del Milan debbano venire fuori. Altrimenti Elliott ha già messo il cartellino con il prezzo di rivendita del club, stimato tra i 320 e i 350 milioni.