
Il Teatro delle Vittorie. Hojlund: ancora gli stessi errori? Nome nuovo: Harder. 38 partite in trasferta
Avevo ragione. I tifosi del Milan dovevano S TARE ALLEGRI. Dopo il debutto della stagione al TEATRO DELLE VITTORIE, una volta chiamato “Stadio di San Siro”, credo che tutti abbiano già apprezzato il lavoro di Max Allegri. Guida il gruppo da quaranta giorni, ma la sua prestigiosa griffe è ben visibile nel gioco della squadra.
Ha patito un poco l’emozione della sua prima partita in maglia rossonera invece “Peaky Blinders” Jashari, che, di fianco a un debordante e meraviglioso Modric, è apparso meno intraprendente rispetto all’esordio di Dublino. Rimane comunque l’elegante biglietto da visita di Igli Tare, che deve chiudere questa rivoluzionaria campagna acquisti-cessioni 2025 con l’acquisto del nuovo centravanti.
In pole position pare esserci sempre Rasmus Hojlund, anche se la trattativa non vede ancora… l’ultimo chilometro. Diciamo, per rimanere nella metafora ciclistica, che siamo comunque sul Poggio, l’ultima salita verso il traguardo di Sanremo, anzi di San Siro. Il ragazzo danese non vuole diventare un “pacco postale”, destinato a girare l’Europa, anno dopo anno. Accetta l’eventuale prestito ma con obbligo condizionato. Per esempio, la qualificazione alla Champions League, il numero delle presenze e delle reti. Condizioni favorevoli anche al Milan, che vedrebbe il suo nuovo centravanti giocare sempre con il massimo degli stimoli.
Dove nasce il problema? Non tanto sulla cifra dell’ingaggio, intorno ai quattro milioni, ma sulla richiesta del Manchester United, che, per esigenze legate al bilancio, non può chiedere meno di quaranta milioni. Cifra ritenuta, per ora, troppo elevata dal Milan.
E QUI RICADIAMO NEL SOLITO ERRORE CHE È COSTATO LA PARTECIPAZIONE AL MONDIALE PER CLUB, gettati al vento cinquanta milioni, E QUELLA ALLA PROSSIMA CHAMPIONS LEAGUE.
Quaranta milioni NON SONO UN COSTO, sono un INVESTIMENTO. Se Hojlund fosse quello nerazzurro bergamasco, il Milan lotterebbe con estrema facilità per le prime posizioni.
Il valore del giocatore aumenterebbe del 50%, mentre, se deludesse, fra due anni, per un centravanti di venticinque anni, si potrebbero trovare venti/venticinque milioni. Insomma, al quarto piano, come da me invocato da anni, devono diventare STRATEGHI, pensare sul lungo periodo, e non, come è accaduto negli ultimi due nefasti anni, solo TATTICI, guardando al futuro vicino.
Non dovesse chiudersi l’operazione Hojlund, il Milan andrebbe su un altro giovanissimo giocatore danese, Conrad Harder, classe 2005, un “toro” di 181 cm, un grande prospetto, oggi allo Sporting Lisbona. Costo intorno ai venticinque milioni. Segnasse quindici gol, fra un anno ne chiederebbero cinquanta.
Non ho mai creduto all’eventualità Dusan Vlahovic, perché se non dovessero cambiare loro richieste la Juventus e il giocatore, sarebbe un’operazione da quarantaquattro milioni di euro, come minimo.
Chiudo con una domanda, angosciosa e angosciante, alla società. C’è davvero il rischio che il Milan giochi 38 partite tutte in trasferta, le 19 fuori casa e le 19 a SAN SIRO trasformato nel TEATRO DELLE VITTORIE, avvolto da un irreale silenzio come ad ascoltare un monologo del Macbeth?
Oppure c’è la volontà di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione?
Giocare nella triste e irreale atmosfera di domenica sera porterebbe al brutale rischio sicuro rischio di aver gettato al vento tutti gli investimenti del mercato.
Disputando, in trasferta, 38 partite potrebbe infatti diventare, per i nostri ragazzi una impresa proibitiva la conquista della SECONDA STELLA, il vero grande obiettivo della prossima stagione!







