
E se fosse lui l’unico vero insostituibile di questo Milan?
Ah, che bell’aria che si respira lassù! Il Milan vince in rimonta contro la Fiorentina e conquista la vetta della classifica in solitaria. Non accadeva da 743 giorni, un’eternità, specie per un club come l’AC Milan.
La lista dei rossoneri in coda per appuntarsi sul petto una medaglia al merito sono tanti, a partire da mister Allegri, capace di ricostruire una squadra dalle macerie lasciate dalle precedenti irresponsabili gestioni tecniche.
Per non parlare di quel fenomeno di Luka Modric, non di longevità (perché a questo punto è evidente che alcune cifre sulla sua carta d’identità siano sbagliate) ma di classe, talento, personalità, carisma, attitudine alla vittoria e…furore agonistico. Si avete letto bene, furore agonistico. Non stiamo tratteggiando il ritratto di Rino Gattuso, ma del croato ex Pallone d’Oro, capace di inseguire e randellare per tutto il campo ragazzini di belle speranze come Fazzini, Nicolussi Caviglia e Fagioli, sradicando palloni dai loro piedi ed energia vitale dalle loro menti.
E poi in ordine sparso il capocannoniere Pulisic, l’equilibratore Rabiot, la saracinesca Maignan, la guida della difesa Gabbia, il figliuol prodigo Leao, Pavlovic, Fofana e potremmo continuare.
La partita contro la Fiorentina però ha evidenziato i meriti di uno dei giocatori più sottovalutati della squadra attuale, colui che ha cambiato il match appena entrato in campo, consentendo ai suoi compagni di rendere al meglio (Leao e Saelemaekers riportati nei loro ruoli preferiti) e conquistare i meritatissimi 3 punti da primato. Stiamo parlando di Santiago Gimenez, un centravanti da 0 gol e 0 assist nelle prime 7 partite di campionato, ma già assurto al livello di imprescindibile nello scacchiere tattico di mister Allegri.
Nel 3-5-2 disegnato dal tecnico livornese, abito ideale per l’attuale rosa del Milan, un attaccante con le sue caratteristiche è fondamentale. È l’unico infatti che può giocare naturalmente spalle alla porta, far salire la squadra, legare il gioco, pulire palloni, dialogare e fare sponde preziose con i suoi compagni di reparto, sbattersi nell’inseguimento dei difensori avversari e interrompere sul nascere le uscite palla a terra.
Se a questo ci aggiungiamo anche la capacità di guadagnarsi calci di rigore (già 2 in questo primo scorcio di campionato), il quadro pare già definito.
Dice, si ma non segna.
Vero, ma se a inizio stagione traspariva dalle giocate del tremebondo Bebote un senso di insicurezza e sfiducia ogni volta che toccava palla, con conseguenti sprechi sanguinosi, adesso sembra un altro attaccante: feroce, cattivo, deciso. E tra Juventus e Fiorentina solo un pizzico di sfortuna e due grandi parate di Di Gregorio e De Gea gli hanno negato la gioia del gol.
Ma torniamo all’aspetto squisitamente tattico. L’opzione Leao punta centrale andrà probabilmente rivista in altri contesti, magari quando tornerà Pulisic dall’infortunio, ma la sensazione emersa forte e chiara contro i viola è che Rafa, una volta ritrovata la sua confort-zone sul centro sinistra, con Gimenez a battagliare con i centrali della Fiorentina, abbia riguadagnato in fretta la sua aura da fuoriclasse.
E allora, considerato che anche Pulisic e Nkunku amano agire su quelle zolle, disdegnando il ruolo di centravanti che oggettivamente non fa per loro, quale potrebbe essere la soluzione al rebus attacco?
Al momento, mantenendo questo modulo con due sole punte, la soluzione più logica dice: Gimenez sempre titolare lì in mezzo, più uno tra Rafa, Chris e Chris ad agire alle sue spalle. Quasi un paradosso pensando che il messicano è stato quasi messo alla porta negli ultimi giorni di mercato. Ma alla fine il bello del calcio è anche questo, specie poi guardando il Milan dominare dall’alto la classifica di serie A.
di Fabrizio Tomasello per MilanNewsit







