
Da “non può giocare al Milan” all’arrivo di Allegri: parliamo un po’ di Davide Bartesaghi
In Italia non ci sono mai mezze misure sui giovani: o sono immediatamente dei fenomeni oppure “non sono da…”. È il pensiero tipico, retrogrado e bacchettone di chi ha una visione miope del talento, abituato a cercare la soluzione in ragazzi fuori confine che, magari, hanno le stesse doti di chi hai in casa ma che ti ammalia per qualche highlights su YouTube o per sentito dire. È successo lo stesso processo valutatitivo a Davide Bartesaghi, che negli ultimi tre anni solari ha fatto il passaggio dalla Primavera alla Prima squadra passando da una stagione intera con Milan Futuro. Ed è proprio l’esperienza dello scorso anno, tra mille difficoltà tecniche e non solo, che Davide si è forgiato caratterialmente e ha imparato molto di più di un classico prestito fuori sede, con il rischio di trovarsi per sei mesi in panchina perché, in Italia, funziona così. Le tante gare giocate in Serie C gli hanno aperto un mondo nuovo, diverso, lontano dallo scintillio di San Siro e tanto più complicato del campionato Primavera. Di quelli della passata annata, è l’unico ad esser rimasto nella rosa della prima squadra, con ferma convinzione di Massimiliano Allegri.
Serietà e lavoro
Mentre attorno a lui si annidavano giudizi già netti sul suo “non esser da Milan”, Bartesaghi lavorava in silenzio, con serietà e abnegazione. Il tesoro d’esperienza dello scorso anno lo ha plasmato tantissimo e chi ci lavora tutti i giorni giura che è solo all’inizio del suo nuovo step evolutivo. Figlio del Vismara e con il Milan tatuato sulla pelle, Bartesaghi ha cambiato soprattutto l’approccio mentale alle partite. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su una sua prova di livello contro la Juventus a Torino nella sua complessità e chi, successivamente, avrebbe immaginato un ulteriore passo in avanti contro la Fiorentina? Una, anzi due mani si possono alzare in contemporanea ovvero quelle di Allegri, che quando c’è da lanciare un giovane forte, non si fa problemi. Ed ecco che Bartesaghi ha cambiato queste paginette della sua storia tra i grandi in due partite, che sono frutto di tre mesi di allenamenti sempre al top, di una cura del dettaglio non più così comune al giorno d’oggi sotto tutti gli aspetti. In più, va rimarcato, è un armadio da 193 centimetri, che sicuramente non avrà una velocità di punta altissima, ma ha un piede educato e tante altre qualità sulle quali Max può certamente lavorare.
Piena fiducia
Come detto, tutti a Milanello hanno una fiducia enorme nelle doti di Bartesaghi, che non si è mai cullato sugli allori e sa bene che quanto conquistato fino ad ora è solo l’inizio. Allegri, lo staff tecnico e i compagni ne hanno riconosciuto il valore fin da subito e lui, adesso, sta ripagando tutti. A dimostrazione che prima di dire che uno “non è da Milan” bisognerebbe avere l’umiltà e la pazienza di guardare le partite e, forse, fidarsi un po’ di più di chi lo allena. E non a caso, anche in Under 21, è tornato titolare.






