Oltre gli infortuni: Allegri ne è uscito alla grande, e così il Milan è più forte
Pervis Estupinian, Adrien Rabiot, Christian Pulisic. Senza dimenticare Ardon Jashari e quello di Rafa Leao. L'inizio di stagione del Milan non è stato facile, in termini di infortuni. Tanti, in ogni zona del campo, che avrebbero potuto compromettere largamente il lavoro di Massimiliano Allegri. E anche la situazione in classifica. Invece il tecnico rossonero ha sfruttato l'occasione senza piangersi addosso, e in un momento difficoltà ecco che il gruppo è diventato ancora più coeso.
Ogni pedina dello scacchiere di Max ha potuto sfruttare l'occasione per dimostrare al proprio allenatore di poter avere un ruolo importante nell'undici titolare. Perché soprattutto quando la coperta non è lunghissima, ecco che la panchina può fare tutta la differenza del mondo. Allegri è bravo perché rende importante qualsiasi suo calciatore, che quando entra in campo sa come comportarsi, sa di dover sfruttare quella chance.
Zero lamentele, lo ha ribadito più di una volta in conferenza stampa. Non erano a disposizione, ma non c'era tempo per piangersi addosso. Le lamentele non sono una pozione magica per far passare gli infortuni. Allegri, invece, ha sfruttato l'opportunità per fare qualcosa di diverso, per dimostrare innanzitutto a sé stesso di poter gestire più situazioni complicate nel migliore dei modi. E il Milan che ne sta uscendo, forse, è ancora più forte di prima.
Perché tutte le assenze pesanti che ha dovuto subire Allegri, il Milan è lì, aggrappato al treno delle prime. Una prova di forza, grande mentalità e carattere proprio dell'allenatore che ha ampiamente cambiato il modo di porsi dei suoi. I rientri, adesso, possono "soltanto" dare quell'accelerata in più, quello sprint tecnico e caratteriale che alla distanza può fare tante differenza. Un Milan che corre, un gruppo coeso che nel momento del bisogno sa come gestire varie situazioni. Senza piangere, ma dimostrando di avere le soluzione per camminare e guardare sempre avanti. Un Milan forte, nel segno del suo allenatore e di un nuovo tipo di mentalità.






