Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / milan / Editoriale
L'anticipo di Galli - Cercasi goal disperatamente!TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Filippo Galli
per Milannews.it

L'anticipo di Galli - Cercasi goal disperatamente!

“Ultime notizie, ultime notizie!!!” gridavano un tempo gli strilloni per le strade prima che si diffondessero le edicole. 

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma la notizia di oggi è che al Milan, pur secondo in classifica (dove saremmo con qualche spreco in meno?), manca un’attaccante, un numero 9, chiamatelo come volete, ma manca un giocatore che faccia tanti goal. Sì, fare goal: l’obiettivo per cui due squadre si affrontano. E allora cominciamo a fare qualche ragionamento sul mercato di gennaio, più vicino di quanto sembri, per non arrivarci impreparati (come se fossimo noi a dover fare le scelte e a mettere mano al tasto del bonifico: ma chissà che non si possa dare qualche buona idea).

Non pretendiamo, sia chiaro, un altro Haaland (ammesso che esista), l’inesorabile attaccante del Manchester City che nelle prime 11 gare di Premier League ha segnati 14 goal e in 4 gare di Champions 5: ci accontenteremmo di un solido lavoratore d’area da 15-18 goal a stagione. Dove trovarlo? Quanto costa? 

Sappiamo come nel mercato invernale, definito anche “di riparazione”, non sia per niente agevole riuscire ad acquistare o ad avere in prestito un numero 9 che possieda due caratteristiche fondamentali per un Club con un modello di business come quello rossonero: sia risoluto e preciso sotto porta e costi il “giusto”. Il profilo di cui si parla con maggiore insistenza è quello di Robert Lewandowski, nato in Polonia, a Varsavia: un attaccante che ha lasciato il segno nelle sue esperienze in Bundesliga al Borussia Dortmund (131 presenze e 74 goal) e al Bayern (258 presenze e 238 goal), prima di arrivare al Barcellona dove ha collezionato 112 presenze e 76 goal. “Lewa” è in scadenza di contratto, ha sì 37 anni ma è anche noto per il suo fisico poderoso (185 centimetri per 81 chili), frutto di un Dna benedetto (i genitori erano entrambi atleti professionisti) ma anche del lavoro fisico maniacale nel quale si avvale anche della collaborazione della moglie Anna, una campionessa di karate divenuta trainer e nutrizionista. Più giovane di Luka Modric, Lewandoski potrebbe seguirne le orme aggiungendoci, “ca va sans dire”, i goal!

Altri profili di cui si parla in ottica Milan sono quelli di Dusan Vlahovic e Zirkzee. Il serbo in forza alla Juventus è l’attaccante che mi piace di più, ma non credo che i bianconeri se ne vorranno privare, nonostante il giocatore sia in scadenza di contratto, perché andrebbe a rinforzare una diretta concorrente alla corsa per un posto in Champions. E se anche lasciasse la Juventus a parametro zero, sarebbero tutti da capire i valori dell’ingaggio (Dusan è abituato troppo bene) e delle commissioni ai procuratori, una pedaggio verso il quale il Milan non ha mai dimostrato grande passione.

Joshua Zirkzee non è dal mio punto di vista un giocatore che risolverebbe i nostri problemi. Lo dicono i suoi numeri in fatto di realizzazione: solo nel 2021-22 con l’Anderlecht ha realizzato 15 goal in 32 presenze mentre a Bologna e ora a Manchester il numero di goal realizzati è sceso drasticamente: l’olandese, pur elegante e tecnico (e spinto verso il Milan dal mio amico Ruud Gullit in una recente intervista) non è un finalizzatore, ma più un attaccante “associativo”, cui piace molto arretrare per dialogare con i compagni e liberare spazi, cosa che fa effettivamente molto bene in virtù di una pulizia tecnica da trequartista.

E allora – vi domanderete - come risolviamo il problema, da cui dipende un bel pezzo del futuro del Milan, dal momento che la mancata qualificazione in Champions equivarrebbe a una tragedia sportiva ed economica e quindi di nuovo sportiva, vista la necessità di ricorrere ancora al player trading?

Forse la soluzione, a meno di occasioni irrinunciabili, è già in casa e consiste nel pieno recupero de lnostro Santi Gimenez, sfruttando anche la sosta per le Nazionali in corso. Non che Allegri finora non gli abbia dato fiducia e opportunità, anzi: ma è altresì indubbio che le voci di mercato e in particolare il possibile scambio con Dovbyk della Roma (annunciato in un pre-partita!) abbiano contribuito a togliere serenità al ragazzo. Ora Dovbyk è incorso in un infortunio la cui gravità, per quello che ci è dato di sapere, lo esclude dal novero dei possibili scambi o prestiti. Anche il Beboteè fermo ai box per risolvere definitivamente il problema alla caviglia (e, chissà, forse anche qualche problema psicologico, come lascerebbe pensare il post del tutto inusuale con cui egli stesso ha annunciato lo stop, quasi per togliersi un peso!). Da qui dobbiamo ripartire, tutti. Club, allenatore, staff e tifosi. Sostenere Santiago è un dovere se davvero amiamo questi colori e abbiamo a cuore le sorti della squadra e di un giocatore che, comunque, ha sempre dato tutto.

Infine un ultimo, ma non meno convinto, suggerimento: perché non far rientrare alla base il giovane bomber Francesco Camarda? Sostengo da sempre che la scelta di mandarlo a giocare sia stata corretta ma, a questo punto del percorso, forse anche il Milan potrebbe garantire al ragazzo quel minutaggio di cui sta usufruendo a Lecce. Ricordate che cosa è accaduto a Matteo Gabbia, mandato in prestito al Villarreal (quasi come si trattasse di un esubero) e tornato di corsa, causa infortuni nel reparto, con un atteggiamento da capitano in pectore? 

Due rossoneri cresciuti nel vivaio: l’uno oggi solido protagonista, l’altro che per ciò che ha mostrato, potrebbe risolvere il problema del goal. Troppo bello? Forse. Però, come dicevano gli antichi, “Fortuna iuvat audaces”.