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TUTTO mercato WEBCasini: "Sessanta squadre in C non esistono in nessun altro Paese"
Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, è intervenuto dal palco del RCS Sport Industry Talk, in corso di svolgimento a Milano: "C'è una difficoltà che è consustanziale a come sono costruite le società di calcio. La voce di spesa stabile sono i salari dei calciatori, che arrivano in qualche caso all'80/85 per cento, mentre le entrate sono variabili. Per passare a un modello diverso, i costi del sistema non sono un problema precipuo della Serie A: il sistema italiano ha un numero di squadre professionistiche che non si registra in nessun Paese europeo. Sessanta squadre in C ci portano ad avere un numero che non si registra da nessun'altra parte. 
Il tema vero sono le infrastrutture. Nell'89 si è fatto un decreto leggi, che di fatto ha creato la conferenza di servizi. Va snellita la burocrazia, questo chiediamo al Governo: le società riescono anche a trovare le risorse, ma se poi non riesci a fare lo stadio il problema non è del Comune ma del Paese. Gli stadi sono opere di interesse nazionale, non più locale". 
Qual è il punto principale che lei vuole portare in federazione per tutelare gli interessi della Serie A?
"Faccio una premessa. Tutelare la Serie A vuol dire tutelare il calcio italiano. Va rivisto il peso della Serie A a livello federale: oggi abbiamo tre consiglieri su ventuno e questo non rispecchia il valore del campionato".
		
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