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Marino sulle commissioni dell'affare Zirkzee: "Tutti vogliono partecipare al banchetto, è immorale"
Il trasferimento di Zirkzee e le commissioni extralarge dell'agente Kia Joorabchian bloccano l'arrivo dell'attaccante olandese al Milan. È giusto pagare 15 milioni di oneri accessori per un trasferimento da 40? Pierpaolo Marino ha detto la sua MilanNews.it:
Pierpaolo Marino, per un club quanto è cambiata la situazione con i giocatori e gli agenti in questi anni?
"I calciatori hanno delle protezioni contrattuali non indifferenti, sbilanciati e che mettono le società in una posizione di difficoltà. Basti pensare al caso di Boulaye Dia alla Salernitana, dove si è permesso di rifiutarsi di giocare, come se lo stipendio fosse dato per andare in trasferta a fare una passeggiata".
La commissione monstre chiesta dall'agente di Zirkzee porta ad alcune riflessioni.
"I giocatori sono diventati delle aziende nelle aziende, altro che lavori subordinati. Hanno un fatturato tale fra sponsor, diritti di immagine, social e ingaggio che creano un interesse c'e non è solo di professionisti ma anche delle famiglie, dei genitori. E la situazione pertanto diventa difficilmente governabile, perché non si tratta più di accontentare un giocatore ma devi pagare delle commissioni che sono il sostentamento dell'entourage dello stesso. Li chiamano intermediari ma di intermediato non c'è niente: proponi il contratto e loro chiedono la provvigione".
Per i club diventa una situazione sempre più difficile da gestire.
"Certo, ma non è che ce ne accorgiamo adesso. Vogliono partecipare tutti al banchetto; famiglie del giocatore, intermediari, quelli che partecipano a portare gli sponsor. Il calciatore è un'azienda. E nel trasferimento che deve essere la fetta più grande di guadagno in una breve carriera devono massimizzare. E i costi gravano sulle società, cosa altamente immorale".
Pierpaolo Marino, per un club quanto è cambiata la situazione con i giocatori e gli agenti in questi anni?
"I calciatori hanno delle protezioni contrattuali non indifferenti, sbilanciati e che mettono le società in una posizione di difficoltà. Basti pensare al caso di Boulaye Dia alla Salernitana, dove si è permesso di rifiutarsi di giocare, come se lo stipendio fosse dato per andare in trasferta a fare una passeggiata".
La commissione monstre chiesta dall'agente di Zirkzee porta ad alcune riflessioni.
"I giocatori sono diventati delle aziende nelle aziende, altro che lavori subordinati. Hanno un fatturato tale fra sponsor, diritti di immagine, social e ingaggio che creano un interesse c'e non è solo di professionisti ma anche delle famiglie, dei genitori. E la situazione pertanto diventa difficilmente governabile, perché non si tratta più di accontentare un giocatore ma devi pagare delle commissioni che sono il sostentamento dell'entourage dello stesso. Li chiamano intermediari ma di intermediato non c'è niente: proponi il contratto e loro chiedono la provvigione".
Per i club diventa una situazione sempre più difficile da gestire.
"Certo, ma non è che ce ne accorgiamo adesso. Vogliono partecipare tutti al banchetto; famiglie del giocatore, intermediari, quelli che partecipano a portare gli sponsor. Il calciatore è un'azienda. E nel trasferimento che deve essere la fetta più grande di guadagno in una breve carriera devono massimizzare. E i costi gravano sulle società, cosa altamente immorale".
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