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A Lipsia per la prima volta Luciano Spalletti ha parlato da commissario tecnico
C'è un'altra strada. Spalletti ha deciso di percorrere una scorciatoia e per la prima volta ha evitato di focalizzarsi sul suo credo calcistico, su tutto il percorso. L'obiettivo è adesso, chiaro e immediato: non bisogna perdere la gara di questa sera. L'Italia dalle 21.00 sfiderà a Lipsia la Croazia in una partita che è già da dentro fuori: più per i croati che per noi, d'accordo, ma una sconfitta aprirebbe uno scenario molto più complicato dei calcoli che poi servirebbe fare per capire se la Nazionale riuscirà a rientrare tra le migliori terze. Potrebbe, in caso di contemporanea vittoria dell'Albania, anche portare a una immediata eliminazione.
Rieccoci di nuovo di fronte a gare che contano davvero ed ecco perché Luciano Spalletti, alla vigilia del primo vero bivio da quando è alla guida dell'Italia, ha parlato in conferenza stampa da commissario tecnico e non da allenatore. C'è una bella differenza: "Questo gruppo mi è piaciuto quando me lo sono immaginato. Ho sempre creduto di poter fare delle ottime cose però, mentre si faceva un po' di analisi con la squadra sul nostro percorso, abbiamo capito che ci sarebbe bisogno di qualche step in più per fare ciò che ci siamo detti. Ma non abbiamo questo tempo e quindi bisogna prendere la scorciatoia, essere pronti, perché sono queste le partite che fanno diventare la tua storia piccola o grande". C'è un'altra strada, appunto.
Le parole di Spalletti si tramutano nei fatti in un cambio di strategia. Se contro la Spagna ha pensato di potersela giocare alla pari, di poter godere dello stesso livello tecnico delle Furie Rosse, contro la Croazia è pronto a un undici più conservativo per portare a casa il risultato. Al netto del modulo, rispetto alla partita di giovedì scorso a Gelsenkirchen ci saranno Cambiaso e Cristante al posto di Frattesi e Pellegrini.
"O si fa risultato o si va a casa", ha a un certo punto tuonato il CT. A ricordare che non c'è troppo da motivare, che c'è da badare al sodo e il sodo, spesso, ti porta ad adottare strategie che hanno una visione che non va oltre i novanta minuti. È il ruolo del commissario tecnico, molto diverso da quello dell'allenatore.
Rieccoci di nuovo di fronte a gare che contano davvero ed ecco perché Luciano Spalletti, alla vigilia del primo vero bivio da quando è alla guida dell'Italia, ha parlato in conferenza stampa da commissario tecnico e non da allenatore. C'è una bella differenza: "Questo gruppo mi è piaciuto quando me lo sono immaginato. Ho sempre creduto di poter fare delle ottime cose però, mentre si faceva un po' di analisi con la squadra sul nostro percorso, abbiamo capito che ci sarebbe bisogno di qualche step in più per fare ciò che ci siamo detti. Ma non abbiamo questo tempo e quindi bisogna prendere la scorciatoia, essere pronti, perché sono queste le partite che fanno diventare la tua storia piccola o grande". C'è un'altra strada, appunto.
Le parole di Spalletti si tramutano nei fatti in un cambio di strategia. Se contro la Spagna ha pensato di potersela giocare alla pari, di poter godere dello stesso livello tecnico delle Furie Rosse, contro la Croazia è pronto a un undici più conservativo per portare a casa il risultato. Al netto del modulo, rispetto alla partita di giovedì scorso a Gelsenkirchen ci saranno Cambiaso e Cristante al posto di Frattesi e Pellegrini.
"O si fa risultato o si va a casa", ha a un certo punto tuonato il CT. A ricordare che non c'è troppo da motivare, che c'è da badare al sodo e il sodo, spesso, ti porta ad adottare strategie che hanno una visione che non va oltre i novanta minuti. È il ruolo del commissario tecnico, molto diverso da quello dell'allenatore.
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