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Il nuovo Spalletti in tre aspetti: libertà, Tonali-Ricci e apertura tattica. Ora serve la conferma con Israele che è un’Italia da Mondiale Vincere a Parigi dopo una vita non è un risultato normale. Vincere contro la Francia dopo le ferite
Il nuovo Spalletti in tre aspetti: libertà, Tonali-Ricci e apertura tattica. Ora serve la conferma con Israele che è un’Italia da Mondiale
Vincere a Parigi dopo una vita non è un risultato normale. Vincere contro la Francia dopo le ferite di un Europeo disastroso è un segnale che va colto al volo. E’ nata una nuova Italia intorno a un nuovo Spalletti? E’ quello che mi auguro. Spalletti è un grande allenatore che però per rendersi al meglio deve calarsi al cento per cento dentro il “mondo” che lo ospita. Luciano è una persona intellettualmente onesta. Sa riconoscere i suoi errori. E, soprattutto, sa lavorarci sopra. Non come certi tecnici che vanno a battere nel muro a cento allora pur di restare fedeli alle proprie idee. Del nuovo Spalletti mi hanno colpito tre cose.
LIBERTA’ – Ne ha parlato Cambiaso nel dopo Parigi. Lo juventino ha detto che Spalletti “ci lascia più liberi”. Liberi da schemi vincolanti, liberi di cercare la giocata, liberi anche di prepararsi alle partite senza affollare la testa di mille imput. La libertà azzurra si è vista contro la Francia. Nonostante il gol a freddo gli azzurri sono rimasti dentro la gara. Convinti del proprio calcio. Feroci nel concretizzarlo. Spalletti ha capito che gestire una Nazionale è diverso dal gestire una squadra di club. Se vivi insieme trecento giorni l’anno devi imporre regole rigide. Che tutelino il senso del gruppo. In Nazionale devi gestire i singoli giocatori. Senza imprigionarli.
TONALI E RICCI – Il ritorno di Tonali è stato fondamentale. La promozione di Ricci in cabina di regia è stata l’idea giusta del cittì. Il centrocampo è il cuore della squadra. Devi avere giocatori giusti e un progetto chiaro da sviluppare nel tempo. Agli Europei il cittì nella partita decisiva ha affidato il centrocampo a un Fagioli che era stato fermo dieci mesi e che non aveva la personalità giusta per interpretare questo ruolo. Una follia. Con Tonali e Ricci abbiamo finalmente le basi giuste. Poi, tornerà Barella. Poi. Crescerà Fagioli. Poi, speriamo, arriveranno altri talenti.
NIENTE SCHEMI RIGIDI – Spalletti aveva immaginato nei suoi primi passi sulla panchina azzurra un’Italia costruita su tre difensori centrali. All’Europeo Spalletti ha cambiato spesso modulo mandando in confusione il suo gruppo. L’idea del tecnico resta quella di non avere un progetto tattico fisso. E di condividere con il gruppo questa elasticità. Il 4-2-3-1 può essere una buona idea anche perché può valorizzare i valori di un centrocampo che ha qualità e anche un discreto senso del gol.
A questo punto non resta che verificare la crescita di questa nuova Italia nel test contro Israele. Partita trappola perché se a Parigi le motivazioni erano al massimo a Budapest (e con la ripresa del campionato sullo sfondo) il rischio di affrontare la sfida con poca attenzione è reale. Ci penserà Luciano a tenere ben sveglia la sua truppa. Con la quale è finalmente entrato in sintonia. E con la quale vuole vivere un Mondiale da protagonista.
Vincere a Parigi dopo una vita non è un risultato normale. Vincere contro la Francia dopo le ferite di un Europeo disastroso è un segnale che va colto al volo. E’ nata una nuova Italia intorno a un nuovo Spalletti? E’ quello che mi auguro. Spalletti è un grande allenatore che però per rendersi al meglio deve calarsi al cento per cento dentro il “mondo” che lo ospita. Luciano è una persona intellettualmente onesta. Sa riconoscere i suoi errori. E, soprattutto, sa lavorarci sopra. Non come certi tecnici che vanno a battere nel muro a cento allora pur di restare fedeli alle proprie idee. Del nuovo Spalletti mi hanno colpito tre cose.
LIBERTA’ – Ne ha parlato Cambiaso nel dopo Parigi. Lo juventino ha detto che Spalletti “ci lascia più liberi”. Liberi da schemi vincolanti, liberi di cercare la giocata, liberi anche di prepararsi alle partite senza affollare la testa di mille imput. La libertà azzurra si è vista contro la Francia. Nonostante il gol a freddo gli azzurri sono rimasti dentro la gara. Convinti del proprio calcio. Feroci nel concretizzarlo. Spalletti ha capito che gestire una Nazionale è diverso dal gestire una squadra di club. Se vivi insieme trecento giorni l’anno devi imporre regole rigide. Che tutelino il senso del gruppo. In Nazionale devi gestire i singoli giocatori. Senza imprigionarli.
TONALI E RICCI – Il ritorno di Tonali è stato fondamentale. La promozione di Ricci in cabina di regia è stata l’idea giusta del cittì. Il centrocampo è il cuore della squadra. Devi avere giocatori giusti e un progetto chiaro da sviluppare nel tempo. Agli Europei il cittì nella partita decisiva ha affidato il centrocampo a un Fagioli che era stato fermo dieci mesi e che non aveva la personalità giusta per interpretare questo ruolo. Una follia. Con Tonali e Ricci abbiamo finalmente le basi giuste. Poi, tornerà Barella. Poi. Crescerà Fagioli. Poi, speriamo, arriveranno altri talenti.
NIENTE SCHEMI RIGIDI – Spalletti aveva immaginato nei suoi primi passi sulla panchina azzurra un’Italia costruita su tre difensori centrali. All’Europeo Spalletti ha cambiato spesso modulo mandando in confusione il suo gruppo. L’idea del tecnico resta quella di non avere un progetto tattico fisso. E di condividere con il gruppo questa elasticità. Il 4-2-3-1 può essere una buona idea anche perché può valorizzare i valori di un centrocampo che ha qualità e anche un discreto senso del gol.
A questo punto non resta che verificare la crescita di questa nuova Italia nel test contro Israele. Partita trappola perché se a Parigi le motivazioni erano al massimo a Budapest (e con la ripresa del campionato sullo sfondo) il rischio di affrontare la sfida con poca attenzione è reale. Ci penserà Luciano a tenere ben sveglia la sua truppa. Con la quale è finalmente entrato in sintonia. E con la quale vuole vivere un Mondiale da protagonista.
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