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Giovanni Ayroldi: "Noi arbitri gli unici ad ammettere gli errori. Cerchiamo di fare del nostro meglio"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 20:22Serie A
di Ivan Cardia
fonte Da Viareggio, Niccolò Ceccarini e Dimitri Conti

Giovanni Ayroldi: "Noi arbitri gli unici ad ammettere gli errori. Cerchiamo di fare del nostro meglio"

L’arbitro Giovanni Ayroldi, raggiunto in esclusiva da TMW al Premio Viareggio Sport 2025, ha analizzato l’avvio di stagione dei fischietti di vertice: “Al nostro interno c’è tranquillità totale, abbiamo a capo Gianluca Rocchi che è nostro amico prima che designatore. Seguiamo le sue direttive, cerchiamo di fare del nostro meglio: al netto di qualche errore, che è abbastanza fisiologico perché siamo esseri umani anche noi, il nostro ambiente è tranquillissimo e ce la mettiamo tutta per prepararci al massimo”. Sta migliorando il rapporto con i calciatori in campo? “C’è molto più dialogo, sono molto più disponibili ad ascoltarci e sanno che la tecnologia li controlla. Poi noi decidiamo in campo, ma la tecnologia può servire come deterrente. Però il rapporto umano è tanto migliorato, sia da parte nostra che da parte loro: c’è un’apertura nostra e c’è una predisposizione maggiore nei calciatori. Ne gioviamo tutti”. È cambiata anche la comunicazione. Come vivete l’appuntamento con Open Var? È capitato che a qualche dirigente non sia bastata la spiegazione? “Siamo gli unici che ammettono gli errori pubblicamente. Open Var ci sta facendo conoscere ancora di più, siamo trasparenti e lo comunichiamo anche all’esterno. Sentire gli audio fa un certo effetto, però la trasparenza credo sia la cosa migliore”. Si vede qualche calciatore che si avvicina ancora troppo… “Noi possiamo parlare solo con i capitani, gli altri vanno ammoniti. Voi le regole vanno interpretate: non possiamo ammonire dieci calciatori alla volta. Però si parte dalla formazione: oggi magari ne arriva uno. E nel momento in cui vengono è perché magari hai fatto un errore importante. Negli ultimi anni un rapporto migliore e determinate regole sulle proteste li hanno allontanati di più”. Forse non a tutti è chiaro quanto sia difficile il percorso per arrivare a essere arbitri ad alto livello… “Io ho iniziato ad arbitrare a 15 anni in Puglia, una delle regioni più difficili. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, ora non c’è quasi più differenza tra Nord e Sud, ma sentiamo spesso di episodi particolari. Io dico di volere più bene agli arbitri: siamo persone, a volte l’insulto è uno sfogo ma non va bene, perché le parole possono ferire più di uno schiaffo. È fondamentale volere bene agli arbitri: siamo persone come tutti e abbiamo la certezza di dare sempre il massimo su qualsiasi cosa che noi facciamo. Poi siamo noi i primi a essere abbattuti dopo un errore: lo sanno le nostre famiglie”. Stasera ha incrociato Collina, che effetto fa? “È un dio, come Pelé o Maradona per i calciatori. Ha forgiato la figura moderna dell’arbitro”. Come vengono vissute dall’arbitro le innovazioni di questa stagione, come la refcam o l’announcement? A volte non si sentiva benissimo… “Siamo aperti a qualsiasi tipo di tecnologia, l’abbiamo dimostrato. A volte non si è sentito, ma non per colpa nostra. Forse ci metteranno un bottone per aprire la comunicazione, ma penso comunque sia una cosa giusta: esiste anche in altri sport. È giusto spiegare la decisione, è utile a tutti”.