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tmw / milan / Serie A
Tare non si nasconde, lui come il suo Milan. Anche se parla come AllegriTUTTO mercato WEB
Oggi alle 07:30Serie A
di Antonello Gioia

Tare non si nasconde, lui come il suo Milan. Anche se parla come Allegri

Il suo arrivo al Milan non era scontato: sono stati mesi di colloqui, tentennamenti, dialoghi, proposte, inseguimenti. Alla fine, però, Igli Tare è riuscito a vestirsi di rossonero, coronando un suo sogno personale e portando al club rossonero la figura di campo e di mercato che mancava: "Derby? Poi io ero tifoso del Milan quindi per me è molto speciale. Queste sono partite che non si giocano ma si vincono. Sarà importante ma non fondamentale. Sarà importante per la città e per dare credibilità al progetto. Tifoso del Milan? Sono cresciuto con il Milan di Van Basten. Ho sempre detto di essere tifoso del Milan e realizzare questo sogno per me è stato bellissimo".  Ambizioni A confermarlo è stato lo stesso Igli Tare in una intervista al Social Football Summit: "Sarei un bugiardo a dire che non voglio vincere lo scudetto o la Champions. Per vincerlo penso che il percorso più corto sia attraverso tante sfumature e il progetto tanto radicale: abbiamo portato 19 giocatori e ne abbiamo mandati via 23. Siamo sulla buona strada, ho questo desiderio di vincere qualche trofeo importante con questo club glorioso. Dobbiamo essere umili. Ibrahimovic? A stare con lui ti diverti sempre”. Tappe vicine Vincere lo Scudetto al primo anno in rossonero sarebbe un sogno. Alla portata, però, secondo Tare: "Abbiamo cambiato tanto, ma abbiamo possibilità durante la settimana di lavorare sui dettagli, cosa che giocando in Europa è impossibile. Abbiamo possibilità di creare le basi per un futuro prossimo. Onestamente la classifica è molto corta e cambia ogni settimana. L’equilibrio è fondamentale e noi dobbiamo pensare a tornare in Champions. Questo è un momento chiave della stagione e ci dispiace per il pareggio a Parma. Per noi è importante vincere per non perdere punti in classifica. A marzo capirei se saremo in grado di vincere. Non era scontato ma sapevo che potevamo competere”.