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Robinho racconta il carcere in Brasile: "Sono un detenuto come gli altri. E gioco a calcio"TUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
Oggi alle 17:26Calcio estero
di Pierpaolo Matrone

Robinho racconta il carcere in Brasile: "Sono un detenuto come gli altri. E gioco a calcio"

Un passato da stella del calcio mondiale, un presente segnato da una condanna pesantissima. Robinho, ex attaccante di Santos, Real Madrid e Milan, sta scontando una pena di 9 anni di reclusione dopo la condanna definitiva del 2022 da parte della giustizia italiana per violenza sessuale di gruppo, avvenuta nel 2013. Arrestato nel marzo 2024, ha ottenuto di poter scontare la pena in Brasile, nel penitenziario di Tremembé, nello Stato di San Paolo. L’ex attaccante, 41 anni, ha voluto chiarire pubblicamente il suo quotidiano dietro le sbarre, smentendo qualsiasi privilegio legato al suo passato da campione. In un video diffuso da un’organizzazione no-profit a sostegno del sistema giudiziario locale, Robinho ha ribadito di vivere come qualsiasi altro detenuto: “È tutto uguale per tutti. Non ho mai mangiato cibo diverso, né ricevuto trattamenti speciali. Quando non lavoriamo, la domenica possiamo giocare a calcio. Faccio ciò che fanno tutti gli altri”. Visite e permessi seguono le regole comuni: la moglie e i figli più piccoli lo possono incontrare solo nei fine settimana. Intanto, fuori dal carcere, suo figlio Robson Júnior ha mosso i primi passi nel professionismo, debuttando con il Santos nella stagione in corso. Robinho ha anche respinto le indiscrezioni su presunti problemi psicologici: “Non ho mai avuto bisogno di farmaci. Le difficoltà ci sono, ma grazie a Dio sto bene con la testa e affronto tutto come gli altri”. Un epilogo inaspettato per chi, in carriera, aveva segnato 278 gol in 874 partite e vestito per 102 volte la maglia del Brasile.