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Coppa d'Africa al via, l'ex Lazio Mark Fish: "Vi spiego perché può vincere il Sudafrica"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 19:15Serie A
di Daniele Najjar

Coppa d'Africa al via, l'ex Lazio Mark Fish: "Vi spiego perché può vincere il Sudafrica"

Mancano pochi giorni e poi prenderà il via la Coppa d'Africa. Il Sudafrica è finito nel girone A, quello che comprende anche Angola, Zimbabwe ed Egitto. L'ex difensore della Lazio, Mark Fish, che era nella rosa del Sudafrica che vinse l'unico trofeo della propria storia nel 1996, è intervenuto a TuttoMercatoWeb.com per parlare dell'edizione che si giocherà in Marocco e delle prospettive per i Bafana Bafana. Angola, Zimbabwe ed Egitto: che speranze ha il Sudafrica di superare il girone? "È un gruppo duro, con squadre che hanno differenti stili di gioco. L'Angola ha alcune ottime individualità, così come lo Zimbabwe che ha fatto un ottimo percorso di qualificazioni, perdendo solo una partita. L'Egitto ha giocatori come Marmoush e Salah come stelle assolutte. Ma sono convinto che possiamo qualificarci al turno successivo". Il Sudafrica può ripetere la vostra impresa del '96? "Nel '96 avevamo i tifosi dalla nostra parte visto che quella edizione si giocava in Sudafrica, qui i fan saranno lontani. Al contempo penso che questo gruppo abbia accumulato un'esperienza importante. Nella scorsa edizione giocata in Costa d'Avorio questa squadra era un underdog, nessuno conosceva i Bafana Bafana, eppure siamo arrivati in semifinale. Sarà difficile da ripetere come impresa, ma penso sia possibile e che la gente abbia fiducia in questo". Le squadre favorite? "Il Senegal è davvero forte. Il Marocco anche e gioca in casa, ci si aspetta molto da loro. Le squadre del Nord Africa in generale penso faranno bene giocando nel loro territorio. Poi ci sono le solite che tutti si aspettano possano arrivare in fondo, ma ci sono alle loro spalle 1-2 possibili outsider come appunto il Sudafrica". Lei è stato il primo giocatore sudafricano a giocare in Serie A. Oggi c'è qualcuno che vedresti pronto a fare bene qui in Italia? "Mi sono sentito davvero fortunato a giocare in Serie A, soprattutto negli anni '90, quando la Serie A era il miglior campionato al mondo. Soprattutto perché giocavo in difesa e nel vostro campionato c'erano davvero i migliori. Nella mia Lazio c'era Alessandro Nesta, per dire. Tanti altri erano molto forti in quella squadra. Vedo la Serie A comunque competitiva anche oggi, l'Inter ha raggiunto l'ultima semifinale di Champions. Per quanto riguarda i nostri giocatori sì, questa squadra ha raggiunto la semifinale dell'ultima Coppa d'Africa e giocherà il Mondiale, per cui presto vedremo sempre più giocatori sudafricani giocare in Europa ed in Italia, a mio avviso". In quella Serie A, qual era il giocatore più difficile da affrontare, magari anche in allenamento? "Bella domanda. I primi nomi che mi vengono in mente sono quelli di George Weah e Roberto Baggio, entrambi allora al Milan. Ma è difficile fare solo qualche nome, perché ogni domenica ti trovavi contro i migliori del mondo. E in che ambienti! Ricordo bene cosa significasse giocare all'Olimpico, così come in casa della Juventus, a San Siro. Non parliamo poi dei derby con la Roma, che rappresentano davvero bene ciò che è rimasto per sempre nel mio cuore di quella esperienza. Erano partite che mi godevo in ogni secondo, era un sogno esserci". Ma era davvero così duro come dicono allenarsi con Zeman, per un giocatore che arrivava da lontano? "Per me era unico allenarmi con lui e una vera sfida. Consideri che arrivato dall'Orlando Pirates in Sudafrica, dove ci si allenava solamente tre volte a settimana. Arrivai in Italia e mi ritrovai ad allenarmi più di una volta al giorno, con tutto il weekend dedicato alla partita... Capii cosa significava davvero essere un giocatore professionista ad alto livello. Di Zeman posso solo dire che è stato un piacere ed un onore essere stato allenato da un maestro come lui, in una squadra come la Lazio ed in un campionato come l'Italia".