Coppa d'Africa al via, la Costa d'Avorio di Manfredini: "In spogliatoio con Drogba, parlando italiano"
Mancano pochi giorni e poi prenderà il via la Coppa d'Africa. Si riparte dalla vittoria della Costa d'Avorio nell'ultima edizione, quando un gol di Sebastien Haller ha piegato la Nigeria.
A TuttoMercatoWeb.com è intervenuto l'ex centrocampista della Lazio, Christian Manfredini, per parlarci del torneo che si giocherà in Marocco. Nato in Costa d'Avorio, Manfredini è stato adottato da una famiglia italiana di Battipaglia all'età di cinque anni. Ecco perché è in possesso del doppio passaporto e perché diverse chiamate (con un gol all'attivo) con la Costa d'Avorio.
Quali sono le prime 3 favorite per questa Coppa d'Africa?
"Come favorita metterei sempre la vincitrice dell'ultima edizione, dunque in questo caso la Costa d'Avorio. Non solo perché ha vinto, ma perché ha una buona squadra. Poi ci metterei il Marocco e l'Egitto. Il Marocco è forte ed ospita il torneo, l'Egitto oltre ad avere i giocatori forti, ha dalla sua anche l'esperienza nelle tante vittorie fatte nella sua storia. Ce ne sono tante, ma non possiamo metterle tutte, dunque dico queste tre".
Salah può avere voglia di rivalsa?
"Giocatori di quel livello non penso abbiano questo tipo di sentimento. Lui ora ha avuto un problema al Liverpool, che ora sembra essere stato risolto. Da fuori è difficile giudicare cosa possa essere successo veramente. Lui mentalmente è forte e sta bene, dunque penso possa aiutare l'Egitto a fare molto bene".
La Costa d'Avorio era partita malissimo nell'ultima edizione casalinga. Quasi eliminata, poi ripescata e capace di vincere il trofeo. Come arriva a questo appuntamento?
"Molte volte in questo tipo di torneo può succedere che parti male, ti riacciuffano per i capelli, rinasci e vinci. Io spero che la Costa d'Avorio possa vincere il trofeo, anche rifacendo questa trafila (ride, n.d.r.). La squadra non so se sia migliore rispetto all'ultima volta, ma certamente è una buona rosa. Ndicka della Roma è di un bel livello, c'è Kessié, Diallo, Haller, DIomandé. Tanti che giocano in campionati importanti europei".
Che ne pensa di Ndicka?
"È un giocatore fortte. L'ho cominciato a conoscere tardi. Ricordo che Juric faceva giocare lui al posto di Hummels ed io pensavo: 'Ma perché non fa giocare Hummels?'. Lui però era di un buon livello, non sfigurava. Sta facendo bene in un campionato importante, pure se la Serie A non è dello stesso livello di qualche anno fa. Per me è, destinato a crescere ancora di più ed a rimanere molti anni alla Roma".
Che ricordo ha delle volte in cui è stato convocato dalla Costa d'Avorio?
"Solo ricordi positivi, appaganti. Ero alla Lazio, quando mi chiamavano andavo a giocare con Drogba, Yaya Touré, Kolo Touré, Eboué, Zokora. Fate voi... E vi racconto un aneddoto".
Quale?
"Non parlavo neanche il francese!".
E come la presero in spogliatoio?
"Erano perlopiù incuriositi al vedere un ragazzo che parlava italiano, ma mi accolsero bene. Drogba è quello che mi parlava di più perché veniva spesso a Milano e conosceva qualche parola in italiano".
Com'era affrontare Drogba e Yaya Touré in allenamento?
"In allenamento erano veramente forti, tosti, fisici. Un'esperienza molto positiva per me misurarmi con loro. Su Touré in particolare ricordo che la prima voltta vidi un ragazzo altissimo, con un bacino larghissimo, le cosce 'storte'. All'epoca giocava all'Olympiacos e pensai: 'Ma dove va questo?'. Peccato che poi abbiamo iniziato ad allenarci ed era un marziano (ride, n.d.r.). Wow!".
Che ne pensa della situazione della Fiorentina?
"Una situazione che rappresenta un grande pericolo soprattutto perché parliamo di una squadra non abituata a trovarsi in quelle situazione. Per salvarsi bisogna remare tutti dalla stessa parte. Pubblico compreso, che ora ha il difficile compito di supportare la squadra: offendere i giocatori o minacciarli non farà che farli sentire meno tranquilli. Poi i giocatori devono fare la loro parte, anche se non penso che si divertano ad essere in quella situazione".
E quella della Lazio che ne pensa?
"È arrivata una vittoria che darà morale. Perché poi vedo tantissimi problemi, non vedo unità d'intenti. Ma Sarri è rimasto, la squadra rimane forte. Sta cercando di fare bene, non so dove arriverà e dipenderà anche dagli eventuali rinforzi che potrebbero arrivare o meno. Ce la vedo arrivare in Europa, per la Champions sarà molto difficile".











