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8 agosto 2009, a Coverciano muore Daniel Jarque. Al telefono con la fidanzata
L'8 agosto del 2009 l'Espanyol è in ritiro a Coverciano, sopra Firenze, per preparare la nuova stagione. Il giorno dopo ci sarebbe stata l'amichevole con il Bologna, dopo avere giocato contro il Napoli. Daniel Jarque è stanco e, invece di farsi un giro per la città toscana, preferisce andare in camera e telefonare alla propria fidanzata. A un certo punto Jarque non parla più, perché un'asistolia lo uccide, come successo - qualche anno dopo - proprio al capitano della Fiorentina, Davide Astori.
Queste le parole di Pochettino, allenatore dell'Espanyol dei tempi, ripercorrendo quel giorno tragico. "Dopo pranzo dissi ai miei giocatori che potevano andare a dormire in camera. Dopodiché avevo concesso loro di farsi un giro a Firenze. Mentre parlavo, Dani Jarque si avvicinò al dottore della squadra e gli chiese di dargli un medicinale contro il mal di testa. Io sentendo la sua richiesta sono intervenuto, consigliandogli di uscire a Firenze e prendersi un caffè. Ma lui ha insistito dicendomi che non voleva, perché era stanco e aveva voglia di riposare. Quelle furono le ultime parole che sentii da lui". E sull'intervento dei medici. "Hanno fatto del loro meglio per rianimarlo, è stato un dramma. Sentivamo di essere impotenti davanti a Dani che ci lasciava, perché non era solo un calciatore, ma una persona con la quale hai condiviso parte della tua vita, il capitano della squadra. Il dolore era ed è ancora oggi enorme".
Aveva esordito nel 2002 nella Liga e giocato sempre per l'Espanyol. Al minuto ventuno - quello della sua maglia, ovviamente - tutto il Montuijc, ogni volta, gli tributa un ricordo.
Queste le parole di Pochettino, allenatore dell'Espanyol dei tempi, ripercorrendo quel giorno tragico. "Dopo pranzo dissi ai miei giocatori che potevano andare a dormire in camera. Dopodiché avevo concesso loro di farsi un giro a Firenze. Mentre parlavo, Dani Jarque si avvicinò al dottore della squadra e gli chiese di dargli un medicinale contro il mal di testa. Io sentendo la sua richiesta sono intervenuto, consigliandogli di uscire a Firenze e prendersi un caffè. Ma lui ha insistito dicendomi che non voleva, perché era stanco e aveva voglia di riposare. Quelle furono le ultime parole che sentii da lui". E sull'intervento dei medici. "Hanno fatto del loro meglio per rianimarlo, è stato un dramma. Sentivamo di essere impotenti davanti a Dani che ci lasciava, perché non era solo un calciatore, ma una persona con la quale hai condiviso parte della tua vita, il capitano della squadra. Il dolore era ed è ancora oggi enorme".
Aveva esordito nel 2002 nella Liga e giocato sempre per l'Espanyol. Al minuto ventuno - quello della sua maglia, ovviamente - tutto il Montuijc, ogni volta, gli tributa un ricordo.
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